Da gennaio ci sarà il registratore telematico: «Le piccole attività rischiano di chiudere»
BELLUNO
Addio allo scontrino fiscale. Dal primo gennaio 2020 entrerà in vigore il cosiddetto “documento commerciale”.
Chi interessa
Riguarda i negozi, i bar, le attività artigiane, gli ambulanti, coloro che svolgono attività anche a domicilio come idraulici, elettricisti, i saloni di bellezza, i commercianti al minuto, gli albergatori. I contribuenti dovranno dotarsi di un registratore telematico, il cui costo va dai 500 ai 2.500 euro. Stiamo parlando di attività che oggi certificano i propri incassi mediante emissione di scontrino fiscale o rilascio di ricevuta fiscale, mentre dal 2020 saranno obbligate alla memorizzazione elettronica e alla trasmissione telematica di questi dati giornalieri.
A dire la verità, coloro che hanno attività con un fatturato superiore ai 400 mila euro hanno dovuto adottare questo sistema dal primo luglio scorso. Secondo la normativa, quindi, tutte queste imprese avranno tempo fino a giugno del prossimo anno per mettersi in regola.
Le critiche
Non mancano, già da ora, le critiche a questo nuovo modo, pensato per battere l’evasione fiscale. «Si tratta di un percorso ad ostacoli», spiega Luca Dal Poz, direttore di Confcommercio Belluno, «le notizie su questo nuovo sistema sono arrivate a spizzichi e bocconi e pure confuse. Siamo consapevoli che i tempi cambiano», prosegue ancora Dal Poz, «però è necessario che arrivino indicazioni chiare e precise, che siano diluite nel tempo, e siano compatibili con le possibilità del territorio».
Dal Poz si riferisce al problema della connessione Internet che interessa molte parti della provincia. «Ricordiamo», sottolinea Alida Roldo, responsabile dell’area contabile e fiscale di Ascom Servizi, «che con questo sistema ogni giorno dovranno essere trasmessi in automatico dall’apparecchio in dotazione, i dati degli incassi al server dell’Agenzia delle Entrate. Se ci dovesse essere qualche problema con il collegamento Internet, allora si avrà tempo 12 giorni per la trasmissione dei corrispettivi. Questa nuova incombenza rappresenta per i nostri associati la classica goccia che fa traboccare il vaso».
E già qualcuno sta pensando di chiudere, come spiega Angela De Min, presidente della Consulta Ascom e titolare del negozio Soft Moda. «Siamo di fronte all’ennesimo onere per i commercianti che non solo hanno dovuto acquistare poco tempo fa il lettore Pos, ora devono anche dotarsi di questo misuratore fiscale, devono collegarsi ad Internet e poi trasmettere i dati. Sicuramente tutto questo non agevola le piccole attività dove i datori di lavoro hanno età in prevalenza elevate e quindi meno preparati al cambiamento informatico. E così invece di incentivare queste attività, questi nuovi sistemi non fanno altro che ostacolarle, portandole alla chiusura».
«Le difficoltà non sono solo delle aziende, ma anche delle case produttrici dei registratori telematici», dice Roldo, «che hanno dovuto mettersi al pari con le tante richieste governative espresse in vari momenti e ora sono in ritardo anche con la consegna degli apparecchi. Comunque, i nostri associati, nel periodo di passaggio al nuovo sistema potranno contare sul nostro supporto tecnico e pratico per le trasmissioni dei dati».
Il documento commerciale, ricordano da Confcommercio, «non ha nulla di fiscale, ma vale per un cambio di merce ad esempio. Se come cliente voglio usare questo documento per la detrazione fiscale devo dare all’esercente il mio codice fiscale, un po’ come si fa oggi in farmacia. Inoltre nel documento commerciale verrà specificato anche l’ammontare dell’Iva e le modalità di pagamento». —
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