Da Lamon all’imbocco della Val Salatis La famiglia Boschetto rilancia Casera Pal

CHIES D’ALPAGO

Con la riapertura delle attività ricettive e alberghiere è pronta a decollare la nuova gestione di Casera Pal (a quota 1050), ovvero la ex Malga Cate, un luogo panoramico sotto la corona di monti dell’Alpago di proprietà della Regola del Monte Salatis (Chies d’Alpago).

Ìl bando

Lo scorso anno la Regola aveva promosso un bando alla ricerca di un’azienda agricola che si occupasse di gestire l’agriturismo e il relativo fondo rustico per un periodo di 10 anni. Alla fine, dopo le difficoltà dovute all’emergenza Covid, ecco arrivare la famiglia Boschetto, di origini padovane, che da Lamon ha scelto l’Alpago per proseguire la sua attività con l’allevamento di pecore e yak, produzione di vari prodotti tipici, apicoltura, ristorazione e accoglienza alberghiera. Una scommessa che, nonostante la pandemia, ha iniziato a produrre i suoi frutti già in occasione della Transcavallo, nell’occasione limitata all’asporto di cibi e bevande per gli appassionati di scialpinismo ma che ora conta di entrare nel pieno dell’attività alle porte della stagione turistica estiva.

I nuovi gestori

Una conduzione familiare, con Alessandro (detto “Il principe”) e i genitori Bepi e Paola, che fanno della buona accoglienza agli ospiti (con le camere arredate in stile nordico) e della bontà dei loro prodotti naturali e della cucina tipica il punto di forza del loro lavoro. L’agriturismo possiede anche una forte attrattiva naturalistica, configurandosi come una terrazza naturale dalla quale si ammirano la conca alpagota, il lago di Santa Croce e tutta la Valbelluna. Posizionato all’imbocco della Val Salatis, il luogo è inoltre il punto di partenza di numerose e panoramiche escursioni, tra cui il sentiero che in tre ore di cammino conduce al rifugio Semenza.

punto di partenza per escursioni

Partendo dall’agriturismo Casera Pal, lungo il percorso che si inoltra nella Val Salatis tra i monti Guslon e Castelat a sud e i monti Messer e Sestier a nord (tutti abbondantemente oltre i 2000 metri ), si incontrano i resti di casera Astòr e di un moltrìn, un recinto ovoidale nel quale venivano radunate le pecore per essere munte o tosate. Più avanti c’è una vecchia calchera, un forno circolare con struttura in blocchi squadrati di pietra per la produzione della calce viva. Proseguendo, sulla destra, si arriva a cason Campitello, un ricovero stagionale per gli animali al pascolo. Alla fine del percorso si trova la casera di Pian de le Stèle, posta al limite del pascolo della valle e bivacco per gli escursionisti. Un progetto di ricerca in chiave etnica archeologica denominato “Polifemo”, realizzato alcuni anni fa da Piergiorgio Cesco Frare e Gabriele Fogliata, ha indagato le antiche strutture pastorali della Val Salatis che si estende fino a comprendere l’altopiano del Cansiglio. Lo studio descrive il peculiare metodo di sfruttamento dei pascoli alpini di quest’area e illustra alcuni aspetti peculiari del contesto socio-economico a partire dagli albori dell’epoca moderna in questo settore delle Alpi. —



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