«Da qui parte una piattaforma da condividere con Cisl e Uil»
BELLUNO. «Si partirà da questa ricerca per pensare allo sviluppo del nostro manifatturiero e del nostro territorio condividendo le informazioni con Cisl e Uil, così da dare vita ad una piattaforma unitaria per avere così più forza».
Il segretario generale della Camera del lavoro, Ludovico Bellini, commenta così lo studio che ha commissionato ad Està per avere uno sguardo esterno, scevro da condizionamenti, alla situazione del manifatturiero. «Sembra un paradosso, ma i nostri punti di forza, cioè l’occhialeria e il polo del freddo, possono trasformarsi in elementi di debolezza se non hanno tutto un apparato di contorno funzionante e adeguato. Parlo di infrastrutture, di strade, di banda larga (siamo al 102° posto in classifica nazionale su 107 province su questo fronte), insomma di tutte quelle cose che andiamo chiedendo da anni e che ancora latitano nel nostro territorio». «Ed è importante a questo punto capire che tipo di sviluppo vogliamo», prosegue Bellini. «Uno sviluppo che dovrà essere compatibile con il territorio: e allora non basterà più solo il turismo che, a sua volta, dovrà essere ampliato e reso costante 12 mesi all’anno e non solo stagionale come è ora, concentrato soprattutto sull’inverno. Dobbiamo svilupparci anche in questo fronte per attrarre ancora di più». «Perché non si può pensare al turismo senza manifattura e non basta avere delle bellezze patrimonio dell’umanità», gli fa eco la segretaria regionale della Cgil, Elena Di Gregorio, «serve anche promuoverle e collegarle in rete con tutto il resto del territorio, come possono essere ad esempio i prodotti enogastronomici. Il turismo deve essere promotore culturale di eccellenze. Dobbiamo cioè fare un salto di qualità, perché quei timidi segnali che ci sono non possono ancora essere fraintesi con una ripresa dalla crisi completa. La strada è lunga e dobbiamo cercare i modi per poter accorciare i tempi. Se l’export tiene, quello che langue è la domanda interna».
D’altra parte nella situazione del comparto a livello nazionale ed europeo, come ha evidenziato Andrea Di Stefano del comitato scientifico di Està, «manca una politica economica europea unitaria supportata da una moneta».
Nell’analisi era imprescindibile, parlando di occhialeria, fare riferimento a quello che è stato definito un caso a se stante come quello di Luxottica, preso ad esempio per quello che dovrebbe fare un’azienda in un territorio. «Il manifatturiero è un elemento saldo della nostra provincia, ma rischia anch’esso se non viene sostenuto da tutto un apparato», conclude Di Gregorio.
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