Da Roit ricomincia dai gruppi di lavoro

Agordo. Primo consiglio comunale entro la metà di giugno. Si studia l’organizzazione interna in base alle preferenze

AGORDO. Giunta, gruppi di lavoro, Pat, servizi. Queste le parole che il nuovo sindaco di Agordo, Sisto Da Roit, ha appuntato sulla prima pagina dell'agenda.

Dopo i festeggiamenti per il risultato elettorale che lo ha visto primeggiare sugli altri quattro candidati con uno scarto di 168 voti su Cristina Bien (seconda classificata) e di 418 su Claudio Sito (terzo), Da Roit con la squadra di “Agordo Bene Comune-Solidarietà Responsabile” si è preso un giorno di stacco.

Ma da oggi si inizia a lavorare. In vista del primo consiglio comunale che si svolgerà entro la metà di giugno, occorrerà innanzitutto sciogliere il nodo assessori. Per ora l'unica certezza, stabilita dalla legge, è che saranno due donne e due uomini. «Dobbiamo parlarne assieme», spiega il neo-sindaco che intanto ringrazia Claudio Sito per la telefonata di congratulazioni ricevuta lunedì, «eravamo rimasti d'accordo che avremmo aspettato l'esito elettorale e che avremmo guardato assieme le preferenze. Qualche mezza idea ce l'ho, ma voglio parlarne con il gruppo».

Le urne hanno evidenziato il risultato di Gabriele Trento che ha portato a casa 91 preferenze. Alle sue spalle Nadia Dell'Agnola con 64, Angelo Ramazzina con 32, Stefano Tomè con 31, Paolo Chissalè 24, Maria Grazia Dorigo 22, Fabrizio Campedel e Marco Da Roit 21 Rimarrebbero fuori Laura Miana, Marzia Gnech, Edwige Apolloni e Giuliano Da Ronch. Il condizionale è giustificato dal fatto che in altri consigli gli assessori si sono dimessi da consiglieri e hanno lasciato spazio agli altri. «Sono tutte cose di cui non abbiamo parlato», dice però Da Roit, «saranno comunque ragionamenti che faremo a breve». Rispetto alle liste di Bien e Sito, quella di Da Roit in proporzione ha registrato meno preferenze per i singoli. «Le persone della mia lista», evidenzia il sindaco, «mi hanno colpito per l'umiltà. Hanno lavorato di più per il successo delle idee che per quello personale. Ed è quello in cui credo e ho sempre creduto. Sono le idee che devono essere portate dalle persone che credono in quell'idea. Noi abbiamo sempre parlato della squadra, del programma, mai dei singoli. Se qualcuno è stato attento, avrà notato che abbiamo sempre usato i verbi alla prima persona plurale e non al singolare. Questo perché puntiamo alla forza del gruppo, dove non arriva uno arriva l'altro».

Ma da dove si deve partire? «Forse è uno degli aspetti che saranno meno evidenti ma vogliamo iniziare dalla partecipazione, attivando i gruppi di lavoro. Poi bisogna prendere in mano il Pat per fare, assieme alla popolazione, un cammino comune in modo che tale strumento sia condiviso da tutti. Infine c'è la partita sui servizi. Dipenderà dall'organizzazione interna che riusciremo a darci, ma sono convinto che se ognuno si porterà in spalla un po' di peso potremo partire su più fronti».

Gianni Santomaso

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