Da Roma sprint per Sappada in Friuli
SAPPADA. Non un semplice passo ma un vero e proprio balzo in avanti. È quello che la prima commissione permanente del Senato, quella dedicata agli affari costituzionali, ha fatto fare a Sappada nel suo percorso verso il Friuli-Venezia Giulia.
Il caso del comune bellunese è stato discusso mercoledì pomeriggio a Roma: una riunione tecnica che potrebbe portare ad una decisa accelerazione della vicenda. Ecco come. Il relatore Giovanni Mauro, segretario del Gruppo Grandi Autonomie e Libertà, ha proposto di unificare i due disegni di legge che a distanza di pochi mesi sono stati presentati dalle senatrici Raffaela Bellot (eletta con la Lega Nord a Belluno) e Isabella De Monte (eletta con il Partito Democratico in Friuli-Venezia Giulia). Entrambe chiedono che Sappada diventi a tutti gli effetti friulana. Oltre a riunire i due disegni di legge gemelli Mauro ha anche chiesto alla presidenza del Senato il loro «trasferimento in sede deliberante».
Il passaggio non è di poco conto: conferisce di fatto alla prima commissione il potere legislativo aggirando il voto delle Camere. Come si è detto, una decisa accelerata nel processo di passaggio da una regione all’altra. «È uno snodo importante» spiega la Bellot, «che la commissione ha preso con una decisione unanime». Se tutto procederà come previsto sarà proprio la prima commissione a riaffrontare la questione Sappada per l’ultima volta. Prima, però, ci sono una serie di passaggi altrettanto significativi.
«Attendiamo il parere della presidenza del Senato» continua la Bellot. Dato il voto unanime nella richiesta, questo step non desta particolare preoccupazione. Diverso è il discorso per il parere della commissione Bilancio, che è determinante. «Se la commissione Bilancio dovesse dare parere negativo dovremo andare in aula» continua la senatrice. I tempi in questo modo rischiano di allungarsi e non di poco. «Siamo ottimisti ma procediamo passo dopo passo» conclude la senatrice.
«Nel nostro caso l’ottimismo è molto cauto» commenta Alessandro Mauro del Comitato referendario per il passaggio di Sappada nella Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, «il voto della commissione Bilancio è determinante. Dopo tanti anni non ci facciamo troppe illusioni. È un buon segnale, il clima è positivo ma non illudiamo le persone che hanno votato al referendum».
Lo snellimento delle procedure di passaggio da una regione all’altra non è passato inosservato nel bellunese. Il senatore Giovanni Piccoli ha messo in guardia contro il «rischio di disgregazione del nostro territorio provinciale». Una disgregazione, aggiunge il senatore di Forza Italia, «favorita dal Pd con un atteggiamento quanto meno contradditorio».
«Se da un lato è giusto dare una risposta a Sappada senza tergiversare ulteriormente» aggiunge Piccoli, «dall’altro non si può non considerare l’effetto deflagrante che il passaggio di un comune bellunese ad altra regione avrebbe in questo preciso momento storico, nel quale la Provincia di Belluno non è mai stata così debole e precaria». Anche da Confindustria giungono critiche. «Se l’iter legislativo si completerà» spiega Gian Domenico Cappellaro, presidente di Confindustria Belluno, «sarà l’inizio di un processo di disgregazione territoriale dagli esiti incerti. Oltre ad agire nel rispetto della volontà popolare, le istituzioni dovrebbero prendere atto di quel che sta accedendo qui e assumere le iniziative conseguenti. Il che significa, innanzitutto, rivedere i contenuti del disegno di legge Delrio sulla revisione delle Province. A Belluno non serve un generico riconoscimento della sua specificità, ma un ente di area vasta. Approvare il passaggio di Sappada dal Veneto al Friuli Venezia Giulia senza considerare le istanze del territorio bellunese sarebbe un atto di una gravità assoluta, un’altra pagina vergognosa per la politica italiana».
«Se qualcuno ha qualcosa da dire, che lo faccia apertamente» ribatte Mauro, «e assumendosene le responsabilità. Se rimane in questa situazione, Sappada morirà».
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