Da scuola a casa, solo se accompagnati
Giro di vite dopo la decisione della Cassazione: gli istituti chiedono la liberatoria ai genitori per evitare ripercussioni penali
BELLUNO. Fino a 14 anni, l’alunno che non prende lo scuolabus, deve tornare a casa accompagnato dai genitori o da qualcuno da loro delegato. Se ciò non è possibile, la famiglia ha il dovere di firmare una liberatoria per confermare che il ragazzo può uscire autonomamente alla fine delle lezioni.
La scuola, infatti, ha il dovere di provvedere alla sorveglianza degli studenti minorenni fino a quando subentra (almeno potenzialmente) la vigilanza dei genitori, cioè all’uscita da scuola. La sorveglianza è comunque proporzionata all’età dei ragazzi ed è garantita da insegnanti e personale scolastico. In caso di trasporto con lo scuolabus, soprattutto per le elementari, la responsabilità cade sull’autista, chiamato ad attendere alla fermata l’arrivo di un genitore, per consegnare il ragazzino.
Il retroscena.
Questo principio di responsabilità da parte della scuola (anche per le medie) è stato ribadito da una sentenza della Cassazione (21593/17), chiamata a esprimersi sul caso di un bambino toscano investito nel 2002 da un autobus di linea all’esterno della scuola. La Suprema Corte ha stabilito che il fatto che l’incidente sia avvenuto fuori dal perimetro scolastico non esclude la responsabilità dell’istituto: far salire e scendere dai mezzi di trasporto gli alunni davanti all’istituto, è responsabilità del personale scolastico, anche se i mezzi dovessero essere in ritardo. E questa attività di vigilanza, come precisa la Cassazione, si protrae fino a quando i ragazzi non vengono presi in consegna dai genitori o da loro incaricati.
La soluzione dell’Ic Merlin di Belluno.
«Una sentenza che ha avuto una vasta eco anche nei social», precisa Bruna Codogno, dirigente dell’Istituto comprensivo Tina Merlin di Belluno che, tra le poche, è corsa ai ripari. «Sulla scorta di questa sentenza», spiega Codogno, «ho distribuito dei ragazzi un foglio che deve essere firmato dai genitori. Con tale documento si autorizzano i figli a uscire autonomamente da scuola, senza accompagnatori».
Siglando il foglio, «i genitori si impegnano a dare chiare istruzioni affinché il figlio rientri direttamente a casa, senza divagazioni, a controllare i tempi di percorrenza e le abitudini del ragazzo per evitare pericoli e a ricordare al figlio la necessità di corretti comportamenti e atteggiamenti compreso il rispetto del codice stradale», si legge nel documento, in cui si precisa che la famiglia, prima di dare il via libera, «ha valutato la capacità di autonomia del ragazzo, conosce il percorso che deve percorrere e, soprattutto, dichiara di essere consapevole che, al di fuori dell’orario scolastico e al di fuori dell’edificio scolastico, la responsabilità ricade interamente sulla famiglia».
«Di fronte a questo modulo, molte famiglie ci hanno chiamato per capire cosa stesse succedendo», dice la preside, «evidenziando anche il fatto che venire a prendere i figli dopo la scuola è un problema per chi lavora. Chiediamo soltanto che le mamme e i papà siano consapevoli che si tratta di minori e che la responsabilità della loro vigilanza va condivisa», conclude Codogno, che ha già allertato il Comune per far sì che «l’area adiacente alla scuola sia messa i sicurezza per evitare problemi al momento dell’uscita», anticipa l’assessore Valentina Tomasi. «Molti genitori quando prendono i figli, parcheggiano proprio davanti all’istituto, creando disagi per lo stesso scuolabus, che non trova posto per caricare gli alunni. Manovre che potrebbero mettere a rischio l’incolumità dei ragazzi. Sulla vigilanza, però, ogni singolo istituto decide in maniera autonoma».
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