Da Seren un inno alla pace si alza verso il mondo
SEREN DEL GRAPPA. Cancellare la guerra con la pace si può. Basta aprire il cuore a un'emozione. O a una canzone. È così che Pierre Bourdin ha spazzato via la rabbia, la costernazione e lo spaesamento per i terribili attentati del 13 novembre a Parigi, la sua città: componendo un inno alla libertà e alla pace. «La canzone mi è uscita da sola proprio il giorno dopo gli attacchi alla capitale», racconta il compositore e polistrumentista, serenese da circa un annetto, «quella sera al Bataclan ho perso un amico. Ho lasciato che la musica uscisse e ho registrato subito la melodia».
Le parole sono venute di conseguenza: «Il testo è in inglese perché il francese non lo scrivo più da tanto tempo». A farlo restare in Italia è stato l'amore per Arianna Missiaja di Venezia, moglie, pianista e mamma di due bambini che fin da subito ha sposato quell'idea, che sarebbe culminata nel progetto “Per un mondo in pace”: «Ho inviato il testo a un amico rapper di Philadelphia. Mi ha detto di aver pianto e mi ha esortato a lavorarci su. Mi sono messo subito in contatto con altri musicisti, a cui ho chiesto di scrivere una traccia per la canzone».
In molti casi si tratta di nomi prestigiosi, anche a livello internazionale: Paul Bushnell, bassista di Phil Collins, Elton John e Céline Dion, tra gli altri; Enzo “Heinz” D'Albis di Rasai e Julien Deglas, batteristi; Pascal Martin, pianista, e Arianna Bourdin, anche voce; Johnny Cooper e LindseyPop, cantanti; Marklyn Retzer e “Zepop”, che è il nome d'arte di Pierre, voci e chitarra; Ted Stern, violino e chitarra; Theo Thefootwasher, voci.
Grazie a loro la canzone è cresciuta a dismisura, arrivando a contare «87 reference track formate dalla combinazione delle tracce dei 14 musicisti professionisti con le 85 voci che hanno formato i cori sullo sfondo, e tutti a titolo gratuito», esclama Bourdin commosso. Là sotto si celano anche alcune sorprese: sono le voci bianche dei bambini delle scuole elementari di Seren del Grappa e alcuni abitanti del paese, che per curiosità hanno deciso di prestarsi all'incisione.
La canzone si intitola “For our freedom” ed è quasi pronta per essere lanciata in tutto il mondo: «I proventi del progetto saranno devoluti in parte alla scuola di Seren e in parte ad azioni umanitarie contro povertà, sfruttamento e sofferenza», anticipa Arianna. «Come artisti vogliamo dire basta», aggiunge Pierre, «le persone sono troppo chiuse nel loro egoismo, invece non non dobbiamo smettere di invocare la pace, piuttosto di darla per scontata. In fondo è come la musica: si fa tutti insieme». In famiglia e in comunità.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi