Dal Cansiglio a Sarmede l’orso si avvicina ai paesi
TAMBRE. L’orso che nei giorni scorsi, a Tambre, in località Pianon, si è abbuffato con un’asina accorsa in aiuto del piccolo che stava per finire sotto i denti del plantigrado, è sceso a Sarmede, sul versante del Cansiglio, ed ha succhiato quanto restava della carcassa di un capriolo. È stato intercettato da una foto trappola della polizia provinciale di Treviso alle 3 del mattino di venerdì.
Il filmato è nitido e mostra un bestione di 2 metri d’altezza, privo di radiocollare. Un particolare, questo, che dimostra che si tratta di un soggetto diverso da Madi. Il nuovo elemento, invece, non si ferma davanti a nessun animale, morto o vivo che sia. «Nessuna sorpresa» riscontra Gianmaria Sommavilla, capo delle guardie florestali della Provincia di Belluno. «Siamo in un territorio di boschi, ben protetto ed è ovvio che questi animali cerchino di che nutrirsi. L’inverno non è stato così rigido da aver prodotto chissà quanti morti, tra cervi e caprioli. Carcasse non se ne trovano molte e i nostri ‘amici’ vanno a cercarsele dove possono trovarle».
Gli esperti, dopo aver analizzato l’animale in altre circostanze, riferiscono che è arrivato dalla Slovenia; che avrebbe tra i 7 e gli 8 anni. «La località di avvistamento è la parte alta di Sarmede, confinante con il Cansiglio – si limita a riferire Mirco Lorenzon, assessore alla caccia di Treviso-. Il percorso è quello già fatto dall'orso Madi, l’anno scorso. Ed è per questo motivo che è stata installata a suo tempo una fotocamera. L’animale, infatti, è solito ripassare dove è stato. In questa occasione, però, si è fatto vivo un nuovo soggetto».
Questo significa che sulla Pedemontana del Cansiglio e sullo stesso altopiano abitano due orsi, perché nei giorni scorsi Madi è stato intercettato sul Gaiardin e sul Col dei Scios, in Comune di Caneva. A Sarmede si è recata la polizia provinciale di Treviso e sui rovi ha trovato tracce di pelo che sono state recuperate e verranno inviate all’università per i riscontri scientifici del caso. «Animali come questi non sono di nessun pericolo per l’uomo» tranquillizza il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro. «L’importante è non disturbarli, specie se hanno dei piccoli. Tanto meno è saggio avvicinarsi, magari per fotografarli». Analogo l’appello degli ambientalisti e degli animalisti. «L’orso rappresenta una opportunità, un elemento di ricchezza, non un problema – puntualizza Vittorio De Savorgnani, di Mountain Wilderness -. Ci appelliamo soprattutto al senso di responsabilità dei cacciatori».
Il Cansiglio è frequentato, infatti, anche da bracconieri, nonostante la stretta sorveglianza da parte delle guardie forestali e dopo lo sbranamento avvenuto recentemente in località Pianon, a Tambre, con vittima l’asina, c’è stato un rincorrersi di ipotesi di caccia all’orso almeno di questo soggetto, che sfugge alla vigilanza, e che sembrerebbe più affamato di Madi e del terzo orso (se è rimasto a svernare anch’esso in Cansiglio). «Nessuna preoccupazione – condivide Paolo Casagrande, presidente del sindacato Anpa, che tutela gli allevatori -. Ma la Regione sia avvertita: risarcisca nella misura dovuta ed in tempi certi, ciò che non è avvenuto nel passato, i contadini che hanno subito perdite».
Francesco Dal Mas
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