Dal Molin tornerà a casa per lui c’è la casa di riposo
BELLUNO. «Il signor Dal Molin, bellunese emigrato in Uruguay, anziano, malato e indigente, deve poter tornare a casa. In accordo con tutta la giunta abbiamo dato mandato agli uffici di predisporre gli atti necessari ad accoglierlo in una struttura bellunese a spese del Comune, in modo che la Farnesina gli possa dare l’ok al rientro».
L’annuncio è arrivato ieri mattina sul profilo istituzionale di Facebook del sindaco Jacopo Massaro: il sogno dell’85enne Giovanni Dal Molin (nato a Limana) di tornare nella sua terra natale per trascorrervi gli ultimi anni di vita, dopo più di mezzo secolo trascorso in giro per il Sud America, si sta insomma per avverare.
La giunta comunale di Belluno, infatti, formalizzerà già questa mattina la delibera con la quale si impegna (anche economicamente) a garantire una dimora all’ex partigiano, attualmente ospitato in una struttura religiosa a Montevideo. L’85enne potrebbe essere ospitato nella casa di riposo Gaggia Lante, almeno per i primi sei mesi. Tempo comunque sufficiente per sbloccare l’iter burocratico che, proprio a seguito dell’impossibilità del Dal Molin di indicare una fissa dimora sulla sua richiesta di rimpatrio, da ormai tre anni impediva al Consolato italiano di Montevideo di rilasciare il visto per il rimpatrio.
«Stiamo già istruendo le pratiche», ha spiegato ieri il vice sindaco Tomaso Zampieri. «Ci è sembrato un gesto doveroso, sebbene in via del tutto eccezionale, per venire incontro alle difficoltà di un nostro concittadino, causate da una normativa poco vicina alle problematiche delle persone. Giovanni sarà insomma preso in carico dal Comune, che lo destinerà inizialmente in una struttura per anziani».
Per riportare a casa Giovanni Dal Molin il Comune di Belluno ha messo a disposizione un fondo di 7500 euro, «sufficienti a coprire i costi dei primi sei mesi in casa di riposo o struttura similare», precisa Carlo Erranti, responsabile del settore comunale comprendente i servizi sociali. «Destinazione ancora da valutare visto che non avendolo visitato qui, non siamo in grado di sapere se è autosufficiente o non autosufficiente e, quindi, destinarlo alla struttura più idonea. Quello che sappiamo per certo, invece, è che il signor Dal Molin non ha nè reddito nè un’assistenza pensionistica, nè tantomeno potrà godere dell’assistenza socio-sanitaria nazionale. L’assistenza, quindi, dovrà essere totale».
E dopo i primi sei mesi? Si vedrà. «Il Comune non può certo assumersi in carico il signor Dal Molin all’infinito», prosegue Erranti, «in futuro dovrà necessariamente esserci l’apporto di altri soggetti. Comune, bisogna comunque ricordarlo, che non ha l’obbligo di assumersi questo onore ma lo fa solo per aspetti umanitari».
Soddisfatto degli sviluppi Oscar De Bona, presidente dell’Associazione bellunesi nel mondo. «A nome di tutta l’associazione ringrazio della sensibilità dimostrata il sindaco e l’amministrazione comunale e tutta la comunità uruguaiana in Italia, che ha sensibilizzato il caso Dal Molin portandolo all’attenzione pubblica».
Gli atti del Comune verranno trasmessi nelle prossime ore al Ministero degli Esteri, che avvierà poi le procedure per il rimpatrio di Giovanni Dal Molin. A Montevideo, intanto, numerose associazioni hanno organizzato per il 19 luglio una manifestazione finalizzata a raccogliere fondi per coprire i costi del biglietto aereo per il rientro in Italia.
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