Dal primo ottobre saranno ridotte le guardie mediche

Con il nuovo modello organizzativo del servizio si passerà da 54 a 32 medici per ogni turno in sei sedi sul territorio
Di Paola Dall’anese
In tempi record sono stati ultimati i lavori di messa in sicurezza deisoffitti del quarto piano, ala est, dell'ospedale di Conegliano, interessatidalla caduta di alcuni calcinacci lo scorso 30 marzo. Dal 3 giugnoambulatori e Day Surgery saranno nuovamente operativi nella loro sede - Un ambulatorio di Chirurgia all'ospedale civile
In tempi record sono stati ultimati i lavori di messa in sicurezza deisoffitti del quarto piano, ala est, dell'ospedale di Conegliano, interessatidalla caduta di alcuni calcinacci lo scorso 30 marzo. Dal 3 giugnoambulatori e Day Surgery saranno nuovamente operativi nella loro sede - Un ambulatorio di Chirurgia all'ospedale civile

BELLUNO. Partirà il primo ottobre la nuova organizzazione del servizio di continuità assistenziale, cioè quello che viene chiamato comunemente servizio di guardia medica, che entra in funzione al sabato e nei festivi.

La decisione è stata presa ai primi di agosto dalla direzione strategica dell’Usl n. 1. Una riorganizzazione resa possibile dall’avvio, su sollecitazione della Regione Veneto, di un modello di assistenza che va sempre più verso l’integrazione tra medici di base, pediatri di libera scelta, guardie mediche e specialisti ambulatoriali. Un modello che dovrebbe portare a forme più evolute di associazionismo, con un ampliamento degli orari di apertura degli ambulatori e il prolungamento degli stessi nei giorni festivi e prefestivi, sabato compreso, con modalità di accesso più facilitati e diffusione dell’assistenza domiciliare integrata, cioè le cosiddette Aft (aggregazioni funzionali territoriali). E proprio in quest’ottica l’Usl 1 ha deciso di rivedere l’attuale modello del servizio di guardie mediche riconducendo, «in considerazione delle caratteristiche orografiche e geografiche del territorio, il parametro medico-assistiti ad uno ogni 6500 pazienti». Attualmente, invece, nell’azienda sanitaria il rapporto è di uno ogni 2.351, «quasi il triplo rispetto a quello regionale», dicono all’Usl. Infatti, lavorano 18 guardie mediche nel distretto 1 tra le quattro sedi di Santo Stefano, Cortina, Pieve di Cadore e Auronzo, 12 medici nel distretto 2 nelle tre sedi di Caprile, Canale d’Agordo e Agordo, e 24 nel distretto 3 per le quattro sedi di Belluno, Longarone, Forno di Zoldo e Puos d’Alpago, per un totale di 54 medici. Con la riorganizzazione diventeranno 32.

Il servizio ad oggi presenta alcune criticità come la difficoltà a reperire medici, l’elevato turn over, lo scarso radicamento territoriale, la difficoltà di integrazione nella rete dei servizi, oltre alla bassa qualità percepita dall’utenza e all’elevato costo del servizio. «Col cambio recuperiamo efficienza organizzativa, liberiamo risorse economiche da reimpiegare sia nel servizio per nuove progettualità sia nel territorio per altri servizi alla collettività», dice l’Usl.

Il piano prevede, quindi, 6 sedi di guardie mediche (di cui una con due medici di turno) per un totale di 7 medici in servizio nello stesso giorno. Le sei sedi sono Cortina e Santo Stefano per il distretto 1; Ponte nelle Alpi e Forno di Zoldo per il distretto 3; Agordo e Caprile per il distretto 2. Col nuovo sistema, si garantirà l’erogazione della prestazione entro due ore dalla chiamata, «raddoppiando i turni nei periodi e luoghi di maggior afflusso turistico. In caso di impossibilità del medico addetto alla sede competente, sarà garantito l’intervento, tramite la centrale operativa del 118, della sede più vicina».

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