Dalla Croda Rossa alla casa di Tiziano: qui c’è di tutto

BELLUNO. La “Ciclovia dell’amicizia” è un abbraccio tra la montagna e il mare. E occasione per entrare in contatto con un patrimonio ricchissimo, da tutti i punti di vista. «Il percorso è frequentato...
BELLUNO. La “Ciclovia dell’amicizia” è un abbraccio tra la montagna e il mare. E occasione per entrare in contatto con un patrimonio ricchissimo, da tutti i punti di vista. «Il percorso è frequentato da tantissimi tedeschi e austriaci, ma anche francesi, belgi, olandesi, nord europei, americani e canadesi», mette in risalto Giuliano Vantaggi che, insieme a Francesca Cresta, nell’estate 2015, ha condotto un educational rivolto a cinque giornalisti, tre italiani e due tedeschi. «A questi, lungo l’itinerario, se ne sono aggiunti di altri», prosegue Vantaggi, «e il tutto ha generato l’uscita di diversi articoli a livello nazionale, ma anche internazionale, per esempio sulla rivista del Cai tedesco, che arriva, in Germania, a un milione e 200 mila persone».


L’educational aveva percorso l’intera ciclovia, da Monaco a Venezia. «C’è da dire che la deviazione che porta alla città capoluogo non era inizialmente prevista», sottolineano Vantaggi e la Cresta, «ma il capitolo bellunese è stato talmente apprezzato, che alla fine siamo entrati anche a Belluno. E ad affascinare in modo particolare è stato il tratto lungo il Piave, la cui valle, non dimentichiamolo, è stata di recente candidata a paesaggio culturale Patrimonio dell’Umanità Unesco».


Come Patrimonio dell’Umanità sono le Dolomiti, altre perle che si possono ammirare lungo la ciclovia, dal Cristallo alle Tofane, dalle Punte di Fanes al Col Bechei, dalla Croda Rossa al Pelmo. «Ma ci sono poi anche la zona di Lagole, che riveste un valore archeologico», aggiungono, «l’area del Vajont, il lago di Santa Croce e le montagne Unesco alle porte di Belluno». «Se consideriamo poi il patrimonio non solo ambientale, ma anche storico, architettonico e culturale, non c’è che da sbizzarrirsi», dice ancora Vantaggi. «Basti solo pensare al castello di Botestagno a Cortina, tra i cui ruderi c’è la lapide di Massimiliano I d’Austria; alla casa del Tiziano a Pieve; all’ex Villaggio Eni di Borca; ai luoghi legati alla storia del gelato tra il Cadore e Longarone; a Palazzo Lazzaris di Perarolo, i cui giardini hanno ospitato la regina Margherita di Savoia. Non dimentichiamo che il Cadore ha presentato la propria candidatura a “Capitale italiana della cultura 2020”».


Pensando al tratto che collega le Dolomiti a Venezia, esiste un nuovo progetto turistico, “VeneziaDolomiti.com”, che collega i due siti veneti dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità in un viaggio esperienziale. Un’iniziativa sposata dalla Regione Veneto e che ha visto realizzare, quest’estate, un altro educational dedicato alla stampa tedesca, promosso da Dolomiti Stars, Consorzio Bim Piave Belluno, Longarone Fiere e Lattebusche (partner del progetto di visibilità della provincia di Belluno coordinato da Grm srl), Fondazione Dolomiti Unesco. In “VeneziaDolomiti.com” ogni località è abbinata a un target specifico: Cortina d’Ampezzo è la meta più fashion delle Dolomiti; la Val di Zoldo è accostata al turismo per famiglie; per Alleghe il target è rappresentato dagli amanti dell’outdoor; la Marmolada è l’emozione di salire a 3.334 metri di altezza e ripercorrere la storia della Grande Guerra e della città di ghiaccio; Falcade è paesaggio, con i suoi scorci panoramici e il “Giardino delle Formiche” in quota.
(m.r.)


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