Dalla morte alla ricostruzione «Il lavoro ha ridonato la vita»
LONGARONE. Il tema del lavoro al centro della cerimonia religiosa del 52° anniversario del Vajont che si è svolta come di consueto al cimitero monumentale delle vittime a Fortogna. Il vescovo Giuseppe Andrich durante la messa commemorativa, sotto una pioggia battente che ha sottolineato la solennità del momento con centinaia di fedeli e autorità presenti, l'attenzione anche all'attualità del paese di Longarone visto come una città che, grazie soprattutto alla zona industriale dà occupazione a migliaia di persone, come ricordato anche nella veglia in chiesa a Longarone di ieri sera. «Oggi ci sono quasi 4000 lavoratori a Longarone», ha detto il Vescovo Andrich «nella zona industriale e non solo. Il Vajont è stato infatti un connubio tra le numerosi morti di quella tragica notte e la vita che è nata dopo quella che ha portato ad uno slancio di ricostruzione con l'avvio dell'industrializzazione di tutta la provincia. Il parroco don Gabriele Bernardi quest'anno ha voluto dedicare le sue riflessioni al lavoro, intitolando la veglia notturna “il tuo lavoro dona vita a Longarone: la tua” e creando un cartoncino simbolico da dare a tutti i lavoratori longaronesi. Il lavoro infatti è segno di una vita operosa e serena ed è un pilastro fondamentale della dignità umana per ogni persona e ogni famiglia. È utile quindi citare la frase che ha accompagnato l'annuncio della veglia ovvero “un padre disse ai suoi bambini: noi andremo ad abitare in un paese che ha bisogno di risorgere”. Le mani della statua della Vergine Maria in chiesa a Longarone ci ricordano proprio questo: l'alto valore della solidarietà e dell'operosità». «In questo momento di ricordo», ha continuato il vescovo, «una memoria particolare va al vescovo di allora Giacchino Muccin, al parroco Bortolo Larese e al suo cappellano Lorenzo Larese che sono qui sepolti insieme alle altre vittime. Ricordiamo anche le suore della Sacra Famiglia e i 487 bambini morti (ricordati dagli aquiloni colorati realizzati dai bambini delle elementari di Longarone e Castellavazzo, ndr). Ma i nostri defunti rivivono oggi al di là della memoria, come ricorda il Vangelo letto da Luca Sartori di Castellavazzo, un giovane da poco divenuto diacono e che presto sarà sacerdote». (e.d.c.)
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