Dalla Rosa: «Chiedo consiglio a Faggioli»
SEDICO. «Ho chiamato Michele Faggioli per sapere come si era mosso per superare il suo periodo difficile e mi ha dato delle indicazioni».
Ormai non sa più come muoversi Eddi Dalla Rosa, titolare della Joint &Welding di Sedico assurto agli onori della cronaca, anche nazionale, dopo la sua decisione di far lavorare i suoi dipendenti mezz’ora in più rispetto all’orario di lavoro e gratuitamente.
Una decisione che gli è valsa l’attacco della Fiom Cgil e anche l’annunciata denuncia all’Ispettorato del lavoro oltre a tutto uno strascico di polemiche tra difensori e detrattori della sua azione.
Una situazione a cui Dalla Rosa non era abituato e che ora fatica a gestire. «Giornali e televisioni mi chiamano e mi intervistano e io non riesco ad andare avanti col mio lavoro», commenta un po’ stizzito. E così ha chiesto consiglio a un collega, Faggioli che da una crisi pesante e un confronto col sindacato piuttosto vivace, è uscito a testa alta tanto da aver rilanciato la Sest e ringraziare pubblicamente i suoi lavoratori per lo sforzo.
«Gli ho chiesto come ha superato quegli anni di crisi in cui è stato rimesso in discussione un integrativo e quindi degli accordi sindacali che non erano più ai passi coi tempi. E lui mi ha dato dei consigli». Una solidarietà tra imprenditori che mette in risalto «quel silenzio delle istituzioni in questa vicenda, istituzioni che dovrebbero denunciare le scelte a cui le imprese sono costrette a ricorrere per non morire, invece di spararci addosso», dice Dalla Rosa il quale poi passa a spiegare cosa è accaduto nella sua azienda. «Non ho mai costretto nessuno a fare nulla: e quella mezz’ora o anche meno che ho chiesto ai lavoratori la fanno secondo coscienza, senza essere pagati. Anche chi non ha firmato nulla vedo che se serve si ferma più dell’orario. Qualcuno inizia prima delle 8 a lavorare e qualcuno finisce più tardi delle 17. Insomma, una scelta di buona volontà, senza imposizione, mantenendo anche quei 15 minuti di pausa, anche se non sarebbero propriamente dovuti», dice il titolare della J&W che spiega: «Nel confronto con la Fiom Cgil non ho trovato alcuna soluzione al problema, anzi hanno parlato di denunce, mentre in questi giorni ho sentito anche la Uil e siamo riusciti a fare un ragionamento. Quello che sto cercando di fare è di prevenire ulteriori difficoltà alla mia azienda rispetto a quelle attuali, e se superiamo questo momento, non ci ferma più nessuno. Purtroppo dobbiamo fare i conti con un sistema che per l’impresa non fa nulla, e alla fine non so chi avrà perso di più», conclude Dalla Rosa.
Paola Dall’Anese
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi