Damos, il futuro in un’azienda agricola

PIEVE DI CADORE. Raggiungere il borgo di Damos non è semplice, se non altro perché non c’è neanche un cartello stradale. Eppure basta allontanarsi poche decine di metri dalla statale che da Pieve scende verso Longarone per imbattersi in un angolo del Cadore paradisiaco, dove il tempo sembra essersi fermato.
Lo sguardo spazia tra Caralte, Perarolo ed il Pelmo, che si presenta in una versione del tutto inedita. Oggi Damos è un borgo disabitato, non abbandonato. Guai a parlare di abbandono, anche se i ruderi in cui ci si imbatte percorrendo la stretta strada polverosa lascerebbero immaginare il contrario.
Agli inizi del novecento Damos, sulla linea di confine fra i territori di Pieve e Valle, contava una cinquantina di residenti che, col passare degli anni, sono diminuiti gradualmente fino a raggiungere lo zero.
Eppure il borgo non ha mai smesso di vivere: merito esclusivo della famiglia Da Damos-Zangrando che, tra mille difficoltà, ha fatto di tutto e di più, fino a intraprendere un’azione di rilancio radicale attraverso la realizzazione di una piccola azienda agricola.
Siamo alla storia recente, datata 2017, quando il ventottenne Giacomo Zangrando, figlio di Renzo, decide di trasferire “sul campo” le proprie competenze in materia di fiori e piante officinali da cui ricavare cosmetici naturali attraverso un complesso processo di trasformazione. Calendula, echinacea, malva, menta, lavanda ma anche ortica, tarassaco e patata: sulla coltivazione rigorosamente bio ed a chilometro zero di questi prodotti, effettuata su un terreno a tratti pendente che raggiunge i 10mila mq, si fonda dunque il rilancio di Damos dopo anni bui in cui a peggiorare le cose ci ha pensato l'incendio che ha distrutto gran parte della casa di proprietà della famiglia Zangrando, tramandata di generazioni partendo dalla famiglia Da Damos che ha dato i natali al borgo tanto da prenderne lo stesso nome. Quella casa, dal 7 maggio, sarà interessata da una profonda ristrutturazione che nell’arco di cinque, massimo sei anni, dovrebbe trasformarla in una struttura ricettiva. Un B&B sinonimo di rinascita, a stretto contatto con i campi coltivati e la chiesetta di Sant’Andrea e San Giovanni, piccolo gioiello di proprietà della parrocchia di Tai, dove ancora oggi (seppur in rare occasioni) si celebra la messa e custodito con cura da Renzo Zangrando, dal fratello Giuseppe e dalle zie materne che ne conservano le chiavi qualora qualche turista esprimesse la volontà di visitarlo. Chiesa che ospita un affresco del 1300, mentre il recinto in muratura esterno accoglie il piccolo cimitero di Damos dove una delle ultime persone ad essere stata sepolta è stata la signora Lina, mamma di Renzo, nel 2004. Gli spazi verdi di Damos si presentano molto curati, ci sono anche tabelle recanti informazioni turistiche oltre a comode panchine in legno. Tutto è stato realizzato da Renzo Zangrando aiutato da alcuni amici con l’obiettivo di mostrare un borgo vivo.
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