Danneggiata la scalinata assolti i due motociclisti

Longarone. Appassionati di enduro, erano stati visti e denunciati, i danni  alla scala di Faè erano stati di 3mila euro. Ma per il giudice non c’è la prova
LONGARONE. Scala danneggiata dalle moto: assolti i due appassionati di enduro Lorenzo Tonini e Angelo Coppe, perché il fatto non sussiste. Il giudice Cittolin li ha scagionati dall’accusa di danneggiamento aggravato della storica scalinata, che collega Faè a Faè Alto, perché non esiste la prova sufficiente che siano stati veramente loro.

I centauri avvistati in quella giornata di gennaio dell’anno scorso erano in tutto almeno nove, ma gli altri non erano stati individuati e di conseguenza denunciati alla polizia locale di Longarone. Il pubblico ministero Tricoli aveva ritenuto dimostrata la responsabilità dei due finiti a processo e aveva chiesto sei mesi per ciascuno, ma i difensori – Biadene per Tonini, veneziano residente nella Marca, e Prade per il limanese Coppe – hanno avuto buon gioco nel ribattere con la richiesta di assoluzione, che il Tribunale ha effettivamente sentenziato.

In un primo momento nei confronti degli imputati era stato emesso un decreto penale di condanna al pagamento di una multa di 22 mila 500 euro, pari a sei mesi di reclusione ridotti a tre, grazie al rito alternativo. I legali hanno presentato opposizione, convinti che la situazione si potesse ribaltare, e si è andati al dibattimento, che si è concluso ieri mattina.

La procura della Repubblica aveva contestato agli imputati il reato di danneggiamento aggravato (cose esposte per necessità alla pubblica fede), perché avrebbero deteriorato, rendendola in parte inservibile, la scalinata pubblica pedonale di collegamento tra Faè e Faè Alto, nella zona dell’hotel Quattro Valli. Il modo è stato tanto dannoso quanto curioso. Il cittadino che non sa nulla della vicenda poteva pensare a delle martellate e, invece, in sella alle loro motociclette i due l’avrebbero percorsa avanti e indietro, provocando la rottura di un certo numero di gradini facenti parte del patrimonio storico-culturale del Comune di Longarone. Comune che è stato contattato dai due avvocati, ma non ha goduto di alcun risarcimento danni.

All’epoca dei fatti contestati, il danno era stato quantificato in una somma fra i tre e i quattromila euro, mica spiccioli. Il gesto vandalico era stato catalogato sotto la voce bravata, pur essendo state le conseguenze abbastanza importanti. Ci sarebbero volute delle telecamere di sorveglianza, dal momento che nessuno ha potuto o voluto individuare gli altri affinché venissero deferiti a loro volta all’autorità giudiziaria. Le testimonianze non sono state sufficienti, anzi per come è andata a finire non sono servite a niente. Assolti perché il fatto non sussiste.

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