Danni sul Remuglia durante i lavori per la ciclabile
PEDAVENA. Una cinquantina di metri di corso d'acqua gravemente danneggiati lungo il torrente Remuglia in una zona che il Bacino di pesca 10 destina al ripopolamento. È successo pochi giorni fa nell'ambito dei lavori eseguiti dall'impresa Deon per la realizzazione della pista ciclabile Feltre – Pedavena. Come già avvenuto in precedenti occasioni (tra i più gravi il caso di gennaio 2013 quando nelle acque del torrente Tegorzo, nel tratto nella Valle di Schievenin, fu scaricato del cemento che causo gravi danni alla fauna ittica e all'equilibrio dell'ecosistema) le macchine operatrici sono entrate nel corso d'acqua modificandone la conformazione, senza avvertire né la Provincia, né il Bacino 10 come sarebbe buona norma.
L’intenzione di operare nel corso d’acqua consente allo stesso personale del Bacino, competente per territorio, di intervenire effettuando il recupero del pesce. Nessuno lo ha fatto e il danno è stato fatto. Tecnicamente si parla di “asciutta non autorizzata”.Ad accorgersene uno degli operatori del Bacino di pesca 10, che ha segnalato la circostanza alla polizia provinciale, giunta per eseguire delle verifiche.
«Lasciamo a chi di dovere stabilire se ci sia stato un danno oppure no», ribadisce il presidente del Bacino 10 Mattia Paoluzzi. «Di sicuro il pesce che avevamo lasciato sul Remuglia per l'accrescimento è andato perduto e si vede come un tratto del torrente sia stato messo sotto sopra dopo l'intervento dell'impresa. È un peccato perché basta poco per fare tutto secondo le regole. È sufficiente avvertire la Provincia dei lavori da fare, che gira la richiesta a noi del Bacino per recuperare il pesce oppure contattarci direttamente. Si evita un danno all'ambiente e una segnalazione all'autorità competente».
Il rischio per l’impresa, è quello, se verrà confermata l’irregolarità di incappare in una multa che va dai 1.500 e arriva fino a 6.000 euro. Se ne saprà qualcosa nei prossimi giorni quando il verbale della verifica eseguita arriverà sul tavolo dei responsabili della polizia provinciale.
Roberto Curto
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