Darù: coscienza a posto su Corona
MILANO. Corona chiede la libertà. La sua accusatrice, la bellunese Geraldine Darù chiede di essere lasciata in pace: «Sono umanamente dispiaciuta per tutto, ma ho la coscienza a posto. Lavoro a Milano, faccio la mia vita e sono serena. Niente da aggiungere e non cercatemi».
Il fotografo dei vip, che è di nuovo detenuto nel carcere milanese di San Vittore, stavolta con l’accusa d’intestazione fittizia di beni, ha chiesto la scarcerazione, tramite l’avvocato Chiesa. Nell’interrogatorio di garanzia di giovedì, Fabrizio Corona ha ammesso di aver percepito compensi in nero per le serate nei locali e ha parlato di due conti correnti in Austria: dunque, ha parlato e non sussisterebbero più le motivazioni per farlo restare in carcere.
«I contanti trovati nel controsoffitto (oltre 1,7 milioni di euro) e quelli in Austria (900 mila secondo Corona) sono frutto del mio lavoro e di quello della società Atena e avevo intenzione di pagare le tasse», ha spiegato Corona al giudice per le indagini preliminari Guidi, lo stesso che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti. Per la difesa, l’indagato sarebbe ancora in tempo per versare le imposte e non rischiare l'accusa di evasione fiscale.
La richiesta di scarcerazione è stata depositata al gip anche da Francesca Persi, la collaboratrice storica di Fabrizio Corona, oltre che amministratrice della società Atena, perquisita e arrestata insieme a lui: «Purtroppo nelle discoteche e nei locali italiani gira molto “nero” per i pagamenti e quei soldi sequestrati sono il nero dell’Atena», ha detto l'avvocato Morrone, legale di Persi, «c'è chi nasconde i soldi in cassaforte, mentre chi non ha la cassaforte li nasconde nel controsoffitto».
Corona aspetta una decisione da parte del Tribunale di Milano, nel frattempo ha postato sul social Instagram una sua foto con cappello e occhiali scuri e un messaggio tratto da una canzone del rapper italiano Frankie Hi-Nrg: «Sono intorno a me, ma non parlano con me. Sono come me, ma si sentono meglio». Chi starà accusando?
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