«Date a noi la gestione della Baita Tovena»

Protesta del Comitato degli Usi civici di Bolzano Bellunese per le lungaggini del Comune: «Abbiamo perso un altro anno, e ora vorrebbero anche l’affitto»

BELLUNO. L'agibilità c'è, tutti gli allacciamenti sono stati fatti e baita Tovena è pronta per essere utilizzata. Ma il Comune non l'ha ancora assegnata al comitato Usi civici di Bolzano e Vezzano, che chiede di chiudere una vicenda che si trascina da troppi anni. E sulla quale grava anche la richiesta, fatta dal Comune, di pagare un affitto per avere la gestione del bene: «Ma è stato costruito su terreni di uso civico», protesta il presidente, Remigio Case.

«Il Comune ci dia in gestione la baita, e nel contratto si scriva che la potranno utilizzare tutti i cittadini di Belluno, non solo quelli di Bolzano e Vezzano». Semplice, la soluzione individuata da Case, che contesta la lentezza della macchina amministrativa: c'è stato un incontro una settimana fa con sindaco e dirigente preposto, ma «da allora non abbiamo più saputo nulla», aggiunge. «Abbiamo perso un altro anno, inutilmente».

Baita Tovena anche in questa estate è rimasta chiusa a chiave. Dell'argomento si parla da anni, perché la vicenda affonda le sue radici all'inizio degli anni '90. L'ultima puntata, prima della riunione della scorsa settimana, risale ad aprile. Luogo: la commissione urbanistica. «In quell'occasione era stata portata una delibera, da far votare nel successivo consiglio comunale, per l'assegnazione della baita al comitato usi civici», spiega il consigliere del Pd Roberto De Moliner. «Ma c'era un dettaglio che non andava bene: il Comune voleva che il comitato gli pagasse la cifra spesa per sistemare l'edificio negli anni».

Si tratta di 76 mila euro, da corrispondere in un'unica soluzione «usando parte di quei 153 mila euro che il Comune ha in cassa (e che dovrebbe girare al comitato, per legge), e che derivano dalla vendita delle case alienate post sclassificazione dei terreni di uso civico», precisa De Moliner, oppure dilazionando la cifra in comode rate annuali. Una sorta di affitto, insomma, per ripianare l'investimento fatto dal Comune. Baita Tovena, infatti, è stata costruita nel 1990 dal servizio forestale regionale, come punto di riparo per lavori boschivi. «Il Comune aveva chiesto all'allora comitato di quartiere se era d'accordo, e avevamo detto che non la volevamo», aggiunge De Moliner. Parere inutile, visto che la baita è stata costruita ugualmente, su terreno di uso civico. Nel 2000 il Comune ha speso circa 30 milioni di lire per realizzare i bagni e gli allacciamenti all'acquedotto, alla fognatura e all'elettricità. Nel 2010, infine, è stato sistemato il tetto e sono stati eseguiti gli ultimi interventi che hanno permesso di dare l'agibilità alla struttura (spesa complessiva 30 mila euro).

«Ora la baita è agibile, con destinazione d'uso “riparo per lavori boschivi”», continua De Moliner. «La si potrebbe sclassificare, ma visto che la procedura è lunga intanto venga assegnata al comitato». Che la non la vuole per principio, ma per valorizzarla: «Si potrebbe fare didattica ambientale per le scuole, nel bosco, che va sistemato», spiega Case. E sull'ampio prato troverebbe spazio, magari, un piccolo orto didattico. «Insieme al Comune potremmo elaborare un progetto per valorizzare tutta quest'area», concludono Case e De Moliner. «L'importante, però, è smuovere la situazione: baita Tovena dev'essere assegnata al Comitato usi civici». Senza perdere un altro anno.

Alessia Forzin

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