«Dateci le risorse che ci spettano»

La richiesta al nuovo dg di Massaro, presidente della Conferenza dei sindaci
gian paolo perona- perona- belluno- zaia inaugura la nuova ala di pediatria all'ospedale San Martino
gian paolo perona- perona- belluno- zaia inaugura la nuova ala di pediatria all'ospedale San Martino

BELLUNO. Si sono già sentiti tra loro nell’immediatezza della nomina e presto - probabilmente la settimana prossima - ci sarà la presentazione ufficiale all’esecutivo della Conferenza dei sindaci dell’Usl 1.

Il sindaco di Belluno Jacopo Massaro, nella veste anche di presidente della Conferenza dei primi cittadini, ha già portato i saluti e l’augurio di “buon lavoro” al nuovo direttore generale Adriano Rasi Caldogno. Alle maniere cordiali, seguirà una richiesta: «Garantire gli standard di qualità per la salute in montagna. Tempo da perdere, infatti, non ce n’è più».

Tra le prime richieste che saranno avanzate al dg Rasi Caldogno c’è quella relativa alle risorse, secondo quanto stabilito dalla legge regionale. «Sono due i temi fondamentale da affrontare subito», parte a spron battuto Massaro. «Il primo è chiudere, tramite l'occasione offerta dall’unificazione delle Usl, l’annosa questione del disavanzo autorizzato. Queste perdite sono il risultato della riunificazione delle tre vecchie aziende sanitarie - agordina, cadorina e bellunese -, perdite che sono state permesse in questi anni per ammortizzare il maggior costo di una Usl di montagna, chiamata a gestire cinque ospedali pur con una popolazione minima».

«Per ottenere il risultato richiesto, chiediamo alla Regione di mettere a disposizione i soldi che servono a gestire un’azienda sanitaria montana, passando dalla logica del taglio e del risparmio a quella dell’investimento. Se quegli 11 milioni di euro di deficit che ci vengono permessi ogni anno fossero inseriti nel budget dell’Usl, si riuscirebbe, a mio parere, a dare più servizi alla gente».

Il secondo obiettivo per il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Usl 1, è «l’applicazione integrale della programmazione sanitaria bellunese, anche con i trasferimenti contenuti nella stessa legge programmatoria», sottolinea Massaro. «Le schede sanitarie venete prevedono una cifra da destinare alle Usl bellunesi, soldi che non riusciamo mai ad avere: chiediamo che la norma regionale sia rispettata sotto ogni punto di vista, anche quello economico-finanziario. Contiamo che ciò sia messo a sistema durante il percorso di unificazione, per ottenere quei servizi che qui costano più che in pianura». (p.d.a.)

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