Daverio: «Costruite un futuro diverso per la vostra terra»

Al Teatro Comunale il convegno sulla bellezza organizzato dall'Associazione Vivaio Dolomiti. Duro attacco di Mario Maffucci, ex capostruttura Ra, alla Fondazione Dolomiti Unesco: «In sei anni di lavoro ha fallito: non ha raggiunto l'obiettivo dell'armonizzazione del bene, non ha saputo comunicare il valore del marchio ottenuto con il riconoscimento».
gian paolo perona-perona-belluno- daverio con vivaio dolomiti
gian paolo perona-perona-belluno- daverio con vivaio dolomiti

BELLUNO. «Dovete inventarvi un'utopia: avete il compito di pensare a un futuro diverso per la vostra terra». Si può riassumere con le parole di Philippe Daverio il senso della serata organizzata al Teatro comunale dall'associazione Vivaio Dolomiti.

Pensato come un'occasione per risvegliare le coscienze sonnacchiose e per stimolare la riflessione su tematiche di ampio respiro, il convegno spettacolo è stato un successo. Teatro esaurito, 650 poltrone occupate, diverse persone non sono riuscite a entrare. La serata, del resto, era qualcosa che a Belluno «non si è mai visto», ha sottolineato Tiziana Bolognani, che ha diretto le due ore abbondanti di spettacolo, legando le varie parti in cui era stato suddiviso dal curatore, Mario Maffucci.

L'ex capostruttura Rai ha fatto un intervento duro nei confronti della Fondazione Dolomiti Unesco, che «in sei anni di lavoro ha fallito: non ha raggiunto l'obiettivo dell'armonizzazione del bene, non ha saputo comunicare il valore del marchio ottenuto con il riconoscimento». Il Bellunese ha un patrimonio incredibile: sette laghi, le cime dolomitiche, valli «tra le più belle in Europa. Un tesoro naturale di cui i bellunesi devono riappropriarsi». Devono farlo loro perché «la Fondazione ha perso di credibilità: è un grande bluff».

Si è parlato di bellezza, sul palco del Comunale, ma per Philippe Daverio «sarebbe più opportuno parlare di armonia. Gli edifici che ci circondano non sono in armonia con il paesaggio. Nelle case di Cortina si possono trovare sale da bagno piene di marmo e vedute su Capri». Per il critico d'arte «difendere i luoghi e la loro estetica è inventare uno strumento per la competitività di domani. Il passato va recuperato per reinventare il futuro, per dare un destino a un territorio che ha la fortuna di avere una specificità estetica, da difendere».

Per farlo, bisogna fronteggiare progetti come quello di Terna, contestato dai comitati dei cittadini (Vivaio Dolomiti nasce da questa esperienza). «Non siamo contro le linee elettriche, siamo contro progetti fatti male, come questo», ha spiegato Gianni Pastella. «Mentre in Trentino studiano l'interramento delle linee lungo l'autostrada del Brennero, da noi vogliono piazzare alti fino a 60 metri. E quando abbiamo chiesto di interrare lungo l'autostrada abbiamo trovato resistenza proprio nel territorio. Cinque amministrazioni hanno prodotto una delibera per sollecitare la chiusura del progetto, senza considerare che il potenziamento della stazione elettrica di Polpet alzerà l'amperaggio su tutte le linee, fino al Feltrino».

Oltre ai problemi legati alla salute, ci sono quelli ambientali. Bellezza “usurpata”, dice il titolo della serata. «Dobbiamo prenderci cura del nostro territorio», ha chiuso Pastella. «Terna ci aveva detto che se avessimo portato una politica autorevole avrebbe rivisto il progetto, in maniera sostenibile. Ma qui la politica è debole».

In tema infrastrutture, Giovanni Campeol ha sottolineato che «al Bellunese manca un valico, che invece hanno Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia», ricordando che «l'impero romano costruiva porti e strade efficienti». Se il Bellunese vuole essere competitivo, deve trasportare le merci in maniera veloce verso il nord Europa, ma al momento l'unica soluzione è usare il Brennero, «pagando dazio». La chiusura dei passi, poi, sarebbe deleteria: «Moriremmo. La forza di questa terra, per secoli, è stata il dialogo con Venezia. Adesso ci vogliono portare di là per farci diventare una colonia dolomitica».

Il dialogo con Venezia, nei secoli, si è sviluppato anche lungo l'asta del Piave, fiume che attraversa la regione e che unisce montagna e pianura. Legame sviscerato da Francesco Maino, avvocato-scrittore di San Donà di Piave, ospite della serata con i musicisti Schrödinger's Cats. «Chi governa deve avere a cuore la bellezza», si legge nel Costituto di Siena, Costituzione ante litteram usata da Simonetta Buttignon per presentare Vivaio Dolomiti, associazione di cui è cofondatrice. E che mira a «sensibilizzare sulle potenzialità del territorio, ma anche ad essere una voce critica perché serve un'idea di sviluppo diversa».

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