Dazi americani, l’allarme di Pozza: «A rischio posti di lavoro nel Bellunese»

​​​​​​Le scelte dell’amministrazione Trump potrebbero spingere il comparto industriale del territorio ad investire in America

Alessandro Michielli

Quando incideranno i dazi americani imposti dall’amministrazione Donald Trump sull’export delle aziende bellunesi? Ma soprattutto, cosa rischiano le industrie del territorio?

Domande legittime, fatte per aprire gli occhi agli addetti ai lavori che gravitano nel sistema industriale della provincia di Belluno.

A dare un’idea di quello che potrebbe accadere è Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio Belluno Treviso: «Sull’occhialeria i dazi incideranno molto, ovviamente», afferma il presidente Pozza. «Per Belluno, il comparto l’esportazione verso gli Stati Uniti vale 1,2 miliardi. Questo settore incide sull’export bellunese per il 23,1 %. Per Treviso, invece, incide solo per l’8 %, quindi nel Bellunese è molto più impattante».

«Anche le aziende che producono componentistica per auto soffriranno molto», prosegue Pozza, «erano in crisi già prima dell’avvento di Trump, ma ora soffrono ancora di più perché i dazi riguardanti il Messico ad esempio – dove tutte le più grandi case automobilistiche hanno portato i loro siti di produzione perché faceva parte dell’area Nafta e quindi aveva delle agevolazioni – disconoscono le agevolazioni che prima aveva il paese».

I rischi per i lavoratori italiani

Per bypassare il problema dei dazi, le grandi aziende che contano su siti produttivi americani oggi potrebbero potenziare la produzione ed aumentare gli investimenti negli Stati Uniti.

Questo cosa comporterebbe? «Penso accadrà proprio questo», prosegue Pozza. «Gli amministratori che hanno siti produttivi negli Stati Uniti punteranno a produrre sempre di più in America»

«Però, se tu tagli la produzione in Italia ed investi negli Stati Uniti, potresti far sorgere nuovi problemi».

Quali? «Potrebbe sorgere un problema occupazionale in Italia e quindi nel Bellunese se guardiamo il caso specifico», prosegue Pozza, «se ho uno stabilimento negli Stati Uniti e decido di fare lì gran parte della produzione, questo mi permette di rimanere competitivo sul mercato, ma chiaramente mi porta a puntare meno sui siti italiani. Di conseguenza potrebbe nascere un problema occupazionale. Creare un prodotto lì, senza avere il peso dei dazi, potrebbe spingere certe aziende a fare delle scelte di questo genere. Quindi in Italia potrebbe calare la produzione, a meno che non venga compensata da altri mercati, ma la vedo dura visto il peso che ha l’America soprattutto per il comparto dell’occhialeria».

I rischi per le aziende medio piccole

Se è vero che le aziende di grandi dimensioni hanno la possibilità di contare su siti produttivi presenti in America, è anche vero che il tessuto imprenditoriale bellunese è fatto da tante piccolo-medie imprese che ad oggi non producono negli Stati Uniti.

Anche in questi casi, però, la produzione italiana potrebbe subire delle conseguenze dai dazi, ma sotto un altro punto di vista: «Per queste aziende il danno è più grosso», aggiunge Mario Pozza, «a quel punto le piccole-medie imprese che devono affrontare il tema dei dazi rischiano di veder aumentare di molto le proprie spese e di essere meno competitive sul mercato, non potendo più garantire prezzi accessibili a fronte dei costi in aumento».

«Anche in questo caso, quindi», prosegue Pozza, «ci potrebbero essere delle ripercussioni sui lavoratori, perché tu hai delle disparità di costo della produzione che ti mettono fuori mercato. Questo è il rischio».

«Poi bisogna vedere nel dettaglio cosa farà Trump, dal quale ci possiamo aspettare di tutto», conclude. «Ora stiamo parlando solo di ipotesi, magari alcuni settori non verranno colpiti. Staremo quindi a vedere quali saranno le decisioni del presidente americano».

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