De Berti: «Mancano i soldi per completare l’anello ferroviario»

L’elettrificazione tra Vittorio Veneto e Ponte nelle Alpi sarà conclusa per il 2020. La tratta tra Montebelluna e Feltre non è finanziata. Per ora si fa manutenzione



Da Venezia si arriverà in treno “elettrificato” a Belluno entro dicembre 2020, passando per Vittorio Veneto e Ponte nelle Alpi. L’assicurazione è di Elisa De Berti, assessore regionale dei trasporti. Non si sa ancora quando succederà altrettanto per la Belluno-Feltre-Montebelluna.

«Siamo in attesa del finanziamento» precisa l’assessore. Da oggi, comunque, la linea sarà sospesa per importanti lavori di manutenzione. Lavori per completare l’elettrificazione sul versante opposto, cioè da Vittorio, tra l’8 settembre e la fine di febbraio. Ma andiamo con ordine.

Ieri è stata riattivata integralmente la tratta Ponte nelle Alpi – Calalzo. Che lavori sono stati compiuti?

«Vi è stata una lunga chiusura per la necessità di interventi di manutenzione straordinaria della tratta e a seguito dei danni della tempesta Vaia. L’associazione Treni Belluno insieme a Fia a Calalzo hanno organizzato una festa per il ritorno del treno bus-bici con una 60ina di ciclisti. Ricordiamoci che tutti i sabati e le domeniche da Venezia e la domenica da Vicenza, ci sono i treni che portano a Calalzo con 64 posti bici anziché i 6-8 disponibili in inverno».

Quando i lavori di restyling della stazione di Calalzo?

«Sono in corso di progettazione. Verranno rifatti i marciapiedi, gli ascensori e ci sarà un adeguamento generale della stazione per renderla accogliente per i Mondiali del 2021 e anche perché l’abbiamo sempre considerata la porta delle Dolomiti. Sono stati programmati da Rfi nel corso del 2020 e saranno completati prima dell’evento mondiale».

Quando verrà completata l’elettrificazione della Conegliano Belluno, via Ponte nelle Alpi.

«Per questa tratta i soldi ci sono, 80 milioni di euro. La tratta fino a Ponte nelle Alpi verrà chiusa dall’8 settembre 2019 fino a febbraio 2020 per consentire completare l’elettrificazione. Verrà innalzato un cavalcavia fra le gallerie Salsa 1 e Salsa 2 a Vittorio Veneto, perché ora è troppo basso, ci sarà lo spostamento di alcuni sottoservizi e la risagomatura delle gallerie Pierina, Col Bastiano e Burigo per adattarle alla sezione necessaria per l’elettrificazione. Entro il dicembre 2020 l’opera sarà compiuta».

E per quanto riguarda la tratta Belluno-Feltre-Montebelluna?

«In questo caso non c’è ancora la sicurezza del finanziamento. Bisogna attendere l’aggiornamento del contratto di programma e mancano circa 130 milioni di euro».

Perché, dunque, la tratta è stata chiusa da ieri?

«È chiusa sino al 7 settembre per delle manutenzioni straordinarie. Per tutta l’estate il servizio verrà assicurati da Bus sostitutivi di Trenitalia sulla tratta Feltre-Montebelluna con orari pressoché invariati per Belluno-Feltre».

Nessun ritardo, dunque?

«I tempi di percorrenza sulla tratta Feltre-Montebelluna non subiranno ritardi, mentre sicuramente ci saranno maggiori disagi sulla Montebelluna-Castelfranco a causa del traffico stradale elevato. Mi auguro che i pendolari capiscano che il disagio è necessario per poter, una volta aperta la linea, offrire un servizio decisamente migliore. Dal 9 giugno il personale di Trenitalia sarà presente nelle stazioni di Montebelluna, Feltre, Camposanpiero per dare indicazioni ai viaggiatori e rilevare problematiche per ricorrere, se necessario, a integrazioni o modificazioni di orario».

Il traffico ferroviario da Belluno e da Castelfranco verso Padova è interessato anche dai lavori sulla tratta Camposanpiero-Cittadella-Bassano.

«Sono in corso i lavori di elettrificazione interamente finanziati ed è prevista la fine per giugno 2020. Anche in questo caso è attivo il servizio sostitutivo con gli autobus. Nella direttrice da Bassano a Padova resta la linea via Castelfranco Veneto e sarà possibile utilizzare lo stesso abbonamento della tratta Camposanpiero - Cittadella - Bassano».

Quando arriveranno i nuovi treni?

«I primi a fine anno, 1-2 treni. Poi, dal 2020 al 2023 arriveranno un bel po’di altri; saranno scaglionati sulle linee elettrificate».

È stata programmata anche l’elettrificazione della Ponte nelle Alpi – Calalzo?

«Non abbiamo ancora incaricato Rfi delle verifiche da fare contemporaneamente, perché a noi adesso interessa l’anello basso del Bellunese. I treni elettrici per il Cadore potranno essere utili nel momento in cui si faranno i lavori per il treno delle Dolomiti. In questo momento non se ne esente particolarmente la necessità».

Ma il collegamento ferroviario da Calalzo a Cortina va avanti almeno nello studio progettuale?

«In questi giorni la provincia di Belluno ha trasferito i famosi 200 mila euro dei Fondi di Confine che da due anni stavamo aspettando e, concluse le operazioni burocratiche di accertamento della somma, daremo l’incarico al tecnico ad un ingegnere trasportista affinché faccia la verifica dei tre tracciati: Val d’Ansiei, Val Boite e quello proposto dai sindaci un po’ in Val d’Ansiei e poi si va in Val Boite tramite una galleria. Non sono nelle condizioni di poter dire se ci saranno degli impatti. Aspettiamo le valutazioni del consulente. Spero che la regione possa esprimersi entro fine anno, se non ci sono imprevisti. E poi, con l’augurio che le Olimpiadi vengano assegnate all’Italia si potrà lavorare seriamente per poter rendere attuabile anche questo progetto».

Meglio il treno del prolungamento dell’A27? Lo dice anche il famoso alpinista Messner.

«In merito alla disputa tra treno e autostrada nel Bellunese, ho già detto che c’è la volontà di costituire un tavolo delle infrastrutture che già è presente all’interno della provincia di Belluno con le associazioni di categoria. A metà luglio faremo questo incontro dove discuteremo dell’ipotesi ferroviaria ed autostradale e cercheremo di capire di cosa ha bisogno la provincia di Belluno. Tengo però a distinguere quello che è il treno delle Dolomiti dal collegamento con Lienz, autostradale o ferroviario, perché sono due cose completamente diverse. Però credo che ad un tavolo tecnico di associazioni di categoria ed enti locali dove ognuno ha la possibilità di dire la sua, io sono disponibile ad ascoltare tutti, a fare le valutazioni tecniche e poi toccherà alla Regione farà sintesi».

Torniamo al treno. E possibile riaprire qualche piccola stazione, magari a servizio del cicloturismo?

«Riaprirle vuol dire aumentare le fermate e quindi i tempi di percorrenza dei treni. Nel bellunese quello che mi chiedono pendolari, comitati ed enti locali è velocizzare il tempo di percorrenza del treno da Belluno fino a Venezia piuttosto che fino a Padova. È un po’ un controsenso chiedere di aprire stazioni e poi insistere perché si velocizzino i treni».

Dica la sua anche sull’eventuale aeroporto di Cortina.

«La Regione è sempre stata favorevole all’investimento ma non abbiamo nessuna competenza. Noi condividiamo l’idea perché tutto ciò che può portare Cortina agli antichi splendori non trova la nostra contrarietà». —



Argomenti:ferrovia

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi