De Bona: «Boom incentivi, ma poche auto. I microchip frenano il settore»
BELLUNO. «Il mercato dell’auto si sta avviando a una vera e propria rivoluzione prevista nel 2023. Intanto siamo allo stop and go, il calendario lo segnano gli incentivi». Gaetano De Bona è alla guida di una costellazione di concessionarie e marchi, che copre tutto il Triveneto.
De Bona Motors oggi vuol dire 14 sedi nelle province di Belluno, Treviso, Padova, Venezia, Vicenza, Rovigo, Trieste, Gorizia e Bolzano; 16 brand, a iniziare da quelli di Stellantis come Fiat, Abarth, Alfa Romeo, Lancia, Jeep e Maserati; poi Hyundai, Kia, Opel, Peugeot, Seat, Volkswagen, Jaguar e Range Rover; ed a livello di veicoli industriali ancora Fiat Professional, Opel, Peugeot e Volkswagen. Poi c’è un centro per il ripristino dell’usato e la distribuzione dei ricambi a San Giacomo di Veglia, Vittorio Veneto. Un totale di 530 addetti ed un fatturato che è arrivato a fine 2021 a 460 milioni di euro, con una crescita costante che, grazie ad acquisizioni che hanno portato il gruppo, guidato da Gaetano De Bona e dal figlio Giovanni, fra i primi dieci in Italia. «Adesso», prosegue, «dopo una fase di attesa si torna a vedere il cliente nel punto vendita, ma non sono stati mesi facili gli ultimi, anche se, per fortuna, il 2021 è andato meglio del 2020».
Di quale rivoluzione si tratta?
«Col 2023 la nuova normativa europea dovrebbe imporre a colossi come Stellantis, Volkwagen, Renault e altri di grandi dimensioni, di rivedere completamente il rapporto con la rete esterna di vendita. Da concessionari, insomma, diverremmo commissionari o agenti».
Ovvero?
«Come concessionari noi adesso ordiniamo le macchine, le compriamo e le gestiamo; da commissionari, invece, avremmo le macchine in deposito, per poi pagarle alla casa produttrice una volta vendute; oppure come agenzia si potranno vendere, ma non fatturare, potendo contare, invece, su una provvigione dalla casa madre».
A quale logica risponde questa nuova normativa europea?
«L’Europa non vuole, per un problema di antitrust, che un costruttore possa avere più del 30% del mercato in un singolo stato europeo con propri concessionari, così da evitare un monopolio. D’altra parte si vuole anche controllare i prezzi di vendita per scongiurare eventuali speculazioni. Da parte loro le case costruttrici stanno investendo cifre incredibili per il passaggio all’elettrico e necessitano quindi di un maggiore controllo sulla filiera e di maggiori guadagni per sostenere questo passaggio epocale».
Per voi cosa potrebbe cambiare?
«Diminuiranno senz’altro i fatturati, così come dovremmo ridurre i costi (il marketing, ad esempio, verrà curato direttamente dalla case automobilistiche) e snellire le strutture, mentre andremo a sviluppare l’usato, il post vendita e i marchi più piccoli che non rientrano nella direttiva europea».
In attesa della rivoluzione del 2023, come sta andando?
«Il mercato non molto bene, e ora arrivano gli incentivi, che sono entrati in vigore dal 16 maggio. Da un lato dovrebbe alzarsi la richiesta, dall’altro, però, dobbiamo fare i conti con le poche auto a nostra disposizione, soprattutto per la mancanza dei microchip. Comunque, in attesa dei bonus governativi, il primo quadrimestre lo abbiamo praticamente perso».
L’elettrico?
«Le case lo stanno spingendo tantissimo, anche perché devono rendere conto all’Europa delle emissioni complessive prodotte e cercano di contenere le multe che vengono comminate in caso di sforamento. Ma è una transazione epocale che non si può fare in pochi mesi, va gestita con maggiore tempo a disposizione».
Meglio le ibride?
«Al momento sì, anche se si tratta solo di un passaggio intermedio; le plug-in, d’altra parte necessitano di batterie supplementari che aumentano il peso delle vetture e quindi dei consumi. Noi abbiamo ottimi riscontri con le Jeep plug-in e con le full electric come la nuova 500 e la Kia».
Acquisto o noleggio a lungo termine?
«Il noleggio a lungo termine è sempre più di moda, anche perché attrae l’unica rata mensile comprensiva anche di assicurazione, tagliando, gomme, etc. , ma è pur vero che alla fine del periodo concordato non ti resta nulla in mano. Noi, con varie finanziarie, proponiamo invece un finanziamento comprensivo di assicurazione, tagliando e anche un valore garantito dell’usato a scadenza di contratto».
Il segreto del successo?
«Prima di tutto la squadra dei collaboratori, fatta di persone che qui da noi hanno la possibilità di esprimersi e crescere; poi l’innovazione, di cui è stato fautore in particolare mio figlio Giovanni, che ha saputo cogliere le opportunità del cambiamento; infine non smettere mai di interpretare al meglio le esigenze del cliente».
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