De Bona Motors scommette sull’elettrico «Ci aspettiamo una rivoluzione green»

Stefano Vietina
Sviluppo Holding Srl, al terzo posto nella classifica dei gruppi imprenditoriali dalla provincia di Belluno con 348 milioni di euro di ricavi, è la cabina di regia delle attività della famiglia De Bona. Un nome che richiama immediatamente, in tutto il Nordest, le quattro ruote. Sono infatti 16 le concessionarie della De Bona Motors nelle province di Belluno, Treviso, Padova, Venezia, Vicenza, Rovigo, Trieste e Gorizia; e 17 i marchi, ad iniziare da quelli di Fca come Fiat, Abarth, Alfa Romeo, Lancia, Jeep e Maserati; poi Hyundai, Kia, Opel, DS, Peugeot, Seat, Volkswagen; e a livello di veicoli industriali ancora Fiat Professional, Opel Veicoli Commerciali, Peugeot Professional e Volkswagen Veicoli Commerciali. «Sviluppo Holding è la nostra capogruppo - spiega Giovanni De Bona, classe 1977, terza generazione della famiglia - da cui dipendono poi le partecipazioni operative e la società che detiene gli immobili. Fra le prime, De Bona Belluno, De Bona Venezia e De Bona Padova, a cui fanno riferimento le concessionarie sul territorio. Poi Experia che gestisce i servizi comuni a tutto il gruppo: a Belluno si trovano l'amministrazione, la finanza ed il controllo di gestione; nella sede di Venezia il centralino, la gestione dei clienti per l'acquisto, gli appuntamenti in officina, il post vendita, l'information technology, il marketing ed il business development center».
Una struttura utile a razionalizzare il perimetro aziendale dopo la grande crescita dovuta alle intuizioni ed al coraggio del padre Gaetano, al vertice della De Bona Motors. Una passione per i motori che proviene dal nonno Pietro, uno dei concessionari Fiat di Belluno. Tutto ha avuto inizio nel 1970 con la Autobianchi: Gaetano aveva espresso al padre Pietro l'interesse a prendere il mandato dell'Autobianchi. «Mio padre – racconta – che già mi aveva introdotto nel settore convincendomi a metter su la concessionaria dell'Iveco, ben sapendo che a me però piacevano le auto, il giorno dopo era già a Torino a trattare con la Fiat ed è così che ho iniziato».
Gaetano non ha mai di fatto lavorato col padre: ha iniziato con quella sua piccola concessionaria ed è sempre andato avanti da solo. «Allora a Belluno - prosegue - c'erano quattro concessionari Fiat, fra cui mio padre (classe 1913), tre Lancia e due Alfa Romeo. Nel giro di qualche anno sono riuscito a riunire queste realtà, fino a diventare a fine anni '90 l'unico referente della Fiat in provincia. Ma Belluno era un mercato che mi stava stretto, e allora ho guardato verso Treviso».
Il primo sbocco è stato un concessionario di Conegliano, di dimensioni maggiori, ma con meno intraprendenza. «Sì, diciamo che sono stato un pioniere, ho sempre cercato di crescere aggregando ed acquisendo, cercando le possibili sinergie che ci potevano rendere più competitivi». Ed è una storia che prosegue con il passaggio generazionale: Giovanni, laureato in Economia all'Università Cattolica, amministra le attività di due delle tre società operative e segue tutte le innovazioni tecnologiche, dall'informatica al controllo di gestione, con la Experia che impiega circa 70 dei 540 dipendenti del gruppo. Il fatturato, come detto, ha raggiunto nel 2018 i 348 milioni di euro (+22,1% sul 2017), «e abbiamo una previsione di chiudere quest’anno - commenta Giovanni - a 425 milioni, con un obiettivo superiore ai 500 milioni nel 2020. Dopo la laurea ho lavorato un anno nella multinazionale del food Danone, poi ho deciso di dedicarmi all'azienda di famiglia, seguendo in particolare, dapprima i servizi intorno alla vendita ed i prodotti finanziari ed assicurativi, i sistemi di incentivazione, l'informatizzazione. Poi lo sviluppo del gruppo con le acquisizioni di marchi come Nissan, Seat, Volkswagen. Il futuro? Sta decollando l'elettrico. Ci aspettiamo nel medio termine una rivoluzione green». —
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