De Bona, una scalata lunga mezzo secolo: «Papà mi disse: farai più strada di me»
Il personaggio
«Mio padre Pietro mi convinse tanti anni fa ad acquisire il mandato dell’Iveco, anche se a me, appassionato di auto, i veicoli industriali proprio non andavano giù. Poi c’era già un altro concessionario che trattava questi automezzi sulla piazza di Belluno. Che fare? Chiamai il concorrente e gli proposi di aprire insieme una concessionaria a marchio Iveco. Un giorno mio padre passa, vede le nuove insegne, ci pensa un attimo e mi dice: “Tu nella vita farai più di me”. Ecco, penso di non aver mai più ricevuto un complimento migliore».
In questo aneddoto, che Gaetano De Bona richiama cercando di dissimulare l’emozione, sta tutta la storia di un’impresa familiare, di un rapporto generazionale, di una crescita tumultuosa a bordo di quattro ruote, sempre più potenti. Perché De Bona Motors oggi vuol dire 14 sedi nelle province di Belluno, Treviso, Padova, Venezia, Vicenza, Rovigo, Trieste e Gorizia; 16 brand, a iniziare da quelli di Fca come Fiat, Abarth, Alfa Romeo, Lancia, Jeep e Maserati; poi Hyundai, Kia, Opel, Peugeot, Seat, Volkswagen; e, a livello di veicoli industriali, ancora Fiat Professional, Opel, Peugeot e Volkswagen. Poi c’è un centro per il ripristino dell’usato e la distribuzione dei ricambi a San Giacomo di Veglia, Vittorio Veneto. E ancora 530 addetti e un fatturato che è passato dai 284 milioni di euro del 2017 ai 340 dello scorso 31 dicembre, per una previsione di oltre 500 per l’anno in corso. Una crescita costante, dunque, grazie ad acquisizioni che hanno portato il gruppo fra i primi dieci in Italia.
Tutto è cominciato nel 1970 con la Autobianchi. «Sì, stavo per laurearmi in legge», ricorda Gaetano De Bona, «quando una sera a cena dissi a mio padre, che era allora uno dei vari concessionari Fiat della provincia di Belluno, che la Fiat aveva acquisito la Autobianchi e che mi sarebbe piaciuto diventarne concessionario per la nostra provincia. Lui il giorno dopo era già a Torino ed è così che ho iniziato». Gaetano non ha mai lavorato col padre, ha iniziato con quella sua piccola concessionaria ed è sempre andato avanti da solo. «Allora a Belluno c’erano quattro concessionari Fiat, fra cui mio padre (classe 1913), tre Lancia e due Alfa Romeo. Nel giro di qualche anno sono riuscito a riunire queste realtà, fino a diventare a fine anni Novanta l’unico referente della Fiat in provincia. Ma Belluno era un mercato che mi stava stretto, e allora ho guardato verso Treviso».
Il primo sbocco è stato un concessionario di Conegliano, di dimensioni maggiori, ma con meno intraprendenza. «Sì, diciamo che sono stato un pioniere, ho sempre cercato di crescere aggregando e acquisendo, cercando le possibili sinergie che ci potevano rendere più competitivi, ovviamente se gestite in maniera adeguata e grazie a collaboratori capaci e motivati».
Ed è una storia che prosegue con il passaggio generazionale in corso: il figlio Giovanni, classe 1977, è infatti già operativo da qualche anno. «Ed è lui che ha seguito e segue tutte le necessarie innovazioni tecnologiche, dall’informatica al Crm (rapporti con i clienti n.d.r.) , al controllo di gestione. Per questi servizi ha creato una nostra società di servizi, con 35 collaboratori, a Venezia».
Gaetano è appassionato di montagna e di mare, e di tutti gli sport relativi, dallo sci alla barca a vela. Ma la sua vera passione sono le automobili, da sempre. «Le mie preferite? Quelle che ho guidato, a iniziare dalla A112 Abarth, per proseguire con la Diesse della Citroen, la Lancia Thema turbo, la Alfa Romeo Stelvio quadrifoglio, con motore Ferrari da 560 cavalli, un suv che si guida come una berlina; all’attuale Maserati Levante, la macchina più confortevole in assoluto che io abbia mai guidato».
Dove sta andando il mercato dell’auto fra vendita e noleggio a lungo termine?
«C’è una grande incertezza nel cliente, perché stanno cambiando le normative e si fa fatica a capire dove si andrà a finire. Il grande viaggiatore è da sempre abituato al diesel, che consuma meno e, checché se ne dica, ha ancora oggi il più basso numero di emissioni di Co2. Ma adesso si assiste a una sorta di demonizzazione del diesel e allora il cliente, invece di acquistare una macchina che non sa come ed a quanto potrà rivendere fra tre o quattro anni, preferisce il noleggio a lungo termine, tutto pagato e senza problemi di svalutazione».
E l’elettrico?
«Ci sono agevolazioni fino a 6 mila euro per le auto elettriche, che però costano ancora molto (minimo 30 mila euro), hanno scarsa autonomia ed in Italia ancora nessuno le fa. Invece nessun sostegno, ad esempio, per una Panda a metano, che costa 12 mila euro, è fabbricata in Italia e inquina pochissimo. E penalizzazioni sono previste per macchine diesel Euro 6.2 che, ripeto, hanno minime emissioni di Co2. È incredibile! Fiat comunque uscirà a fine anno con la 500 elettrica, vedremo il mercato come reagirà».
Va più l’usato o il nuovo?
«Per noi il rapporto attualmente è due macchine nuove contro una usata. Ma a breve diventerà 1 a 1».
Il segreto del successo?
«Prima di tutto la squadra dei collaboratori, fatta di persone che qui da noi hanno la possibilità di esprimersi e crescere; poi l’innovazione, di cui è fautore in particolare mio figlio Giovanni, che sa cogliere le opportunità del cambiamento; infine non smettere mai di sognare».
E così, continuando a sognare, De Bona Motors ha chiuso il 2018 con altre due aggregazioni a Vicenza: Fergia (Fca, Hyundai e Peugeot) e Ferasin (Maserati Vicenza e Treviso). E ha iniziato il 2019 prendendo a gennaio la Volkswagen di Conegliano. La corsa, insomma, continua. –
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