De Boni e Doglioni il “San Vittore” va a due numeri uno

Il medico e il geologo hanno seguito percorsi professionali molto diversi ed entrambi hanno raggiunto l’apice

FELTRE. Due numeri uno. Il medico Michele De Boni e il geologo Carlo Doglioni sono la dimostrazione di come, pur con percorsi umani e professionali diversi, si possa raggiungere la piena soddisfazione nella propria carriera, portandola alle massime aspirazioni senza perdere il contatto con la propria cultura e le proprie radici. Più facile per De Boni, laureatosi a Padova e diventato uno dei massimi esperti di gastroenterologia lavorando e facendo ricerca all'ospedale di Feltre, la città dove è sempre rimasto e si è costruito una famiglia. Differente la strada scelta da Carlo Doglioni, uno dei massimi esperti mondiali di sismologia, capace di sparigliare il campo delle verità scientifiche accreditate con teorie innovative sulla deriva dei continenti legata allo sviluppo dei terremoti che sono poi diventate un dogma. Una carriera costruita tra le cattedre universitarie di mezza Italia (attualmente è docente di geodinamica alla Sapienza di Roma), che non gli ha impedito ieri di provare l'orgoglio di essere e sentirsi feltrino. Come De Doni, peraltro.

Raramente la Famiglia Feltrina ha saputo individuare una coppia di nomi così prestigiosa per assegnare il premio santi Vittore e Corona, giunto alla 33. edizione e consegnato durante la cerimonia che si è svolta in sala degli stemmi. La presentazione dei due premiati è stata affidata a Pasquale Pioggia per De Boni e a Gabriele Turrin, che ha sostituito Cesare Lasen, assente per altri impegni, per Carlo Doglioni.

Michele De Boni. Sessantuno anni, ha costruito la propria carriera professionale all'ospedale Santa Maria del Prato. La sua crescita è andata di pari passo quella dei settori dei quali si è occupato. Così, dal 2004 è direttore di gastroenterologia e dal 2009 dell'oncologia. «Un'eccellenza regionale e nazionale», ha sottolineato Pioggia nel presentare l'amico, «che si deve alla tenacia, alla grinta e alla generosità che De Boni ha sempre messo nel suo lavoro così come nella vita. All'università di Padova ha saputo mantenere la concentrazione malgrado i primi anni 70 fossero gli anni della protesta e dopo il tirocinio all'ospedale di Feltre, ha acquisito anche la specializzazione in gastroenterologia. Sempre attento alle novità, ha fatto in modo che l'ospedale di Feltre fosse il secondo in Italia a usare la tecnica videoscopia con capsula. La sua capacità ha portato a un'appropriatezza degli interventi, alla riduzione dei tempi d'attesa e a un risparmio economico».

Pioggia non ha dimenticato l'aspetto umano: «La grande forza di Michele De Boni è di saper tranquillizzare il paziente che deve sostenere un intervento. La sua autorevolezza e un sorriso fanno molto. E poi ha fatto tanto anche per la città. Penso ai convegni internazionali che grazie a lui hanno visto in città i massimi esponenti mondiali della medicina. Iniziative simili sono possibili solo se si ha credibilità a livello internazionale. Infime voglio ricordare la sua attività in campo sociale nell’associazione Arianna».

Carlo Doglioni. A 56 anni il geologo è unanimemente considerato una dei massimi esperti di sismologia. Una credibilità costruita con la forza delle sue idee. Doglioni è stato presentato da Gabriele Turrin: «So del suo impegno per sviluppare tempo addietro il polo universitario a Feltre e che ha trovato il tempo per occuparsi anche di cose feltrine come la ricerca dell'origine della cattedra in pietra rossa che si trova al santuario di san Vittore».

Poi la lettura della relazione preparata da Cesare Lasen: «La volontà di rendersi utile agli altri, Carlo l'ha manifestata fin dalla scelta degli studi. Si è laureato a Ferrara e i primi studi geologici li ha dedicati alle Dolomiti. La sua carriera straordinaria a livello accademico è andata a braccetto con lo studio e la ricerca che lo hanno collocato tra gli innovatori della materia e la capacità di comunicare con semplicità concetti complicati ne hanno fatto un referente per molte televisioni che lo contattano quando c'è da commentare e spiegare qualche fenomeno che si verifica nel cuore della terra».

Dopo la consegna del premio, Doglioni ha voluto ricordare come Feltre gli rimanga sempre nel cuore malgrado abbia ormai poche occasioni per venirci: «Ancora oggi quando mi chiedono di dove sono, rispondo che sono di Feltre e quasi nessuno sa dov'è. Ma è anche difendendo le proprie origini e la propria cultura che si aiuta la crescita di una comunità. E Feltre non fa eccezione, anzi per certi versi è speciale». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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