De Lorenzo, da vent’anni l’anima del rifugio Padova a Domegge

Dopo tanto girovagare come cuoco, la decisione di cambiare vita. «La cosa più bella? La possibilità di lavorare avendo sempre i figli vicini»
Paolo De Lorenzo
Paolo De Lorenzo

DOMEGGE. Venti anni di gestione del rifugio Padova, sopra Domegge, da parte di Paolo De Lorenzo e della sua famiglia. Si festeggia oggi un traguardo importante, con un concerto per pianoforte del maestro Fabio Di Lenardo alle 11 e poi con un aperitivo offerto da Paolo e dalla moglie Barbara. Il rifugio Padova è stato costruito nel 1910 alle pendici del gruppo del Cridola e Spalti di Toro, consente belle escursioni, a cominciare dal Campanile di Val Montanaia, una delle più incredibili strutture delle Dolomiti, che si eleva per 250 metri, completamente isolato, al centro del grandioso anfiteatro dei Monfalconi di Montanaia.

Ha dunque una bellissima storia ed ha ospitato le imprese di alpinisti come Tita Piaz, Casara, Soleder, Comici, Berti. Proprio per la storia e la collocazione in una meravigliosa valle alle pendici degli Spalti di Toro, ha un suo pubblico di affezionati. La strada che lo collega al lago di Centro Cadore consente di raggiungerlo comodamente anche in automobile, a tutte le età, per goderne la pace e lo spettacolo naturale. Venti anni fa Paolo De Lorenzo, cuoco con esperienze varie fra cui sette stagioni al rifugio Scoiattoli di Cortina, ha deciso di rilevarne la gestione.

Il rifugio Padova sopra Domegge
Il rifugio Padova sopra Domegge

«Io sono un cuoco, ho fatto la scuola alberghiera a Domegge ed ho cominciato con le stagioni estive a Jesolo, Lignano, lago di Garda; e poi quelle invernali a Cortina, Val Gardena, Dobbiaco, Val di Fassa. Allo Scoiattoli mi è capitato di occuparmi un po' anche della gestione e di rendermi conto, guardando la famiglia con cui collaboravo, che un rifugio ti consente di lavorare tenendo con te i figli. E per me la famiglia viene prima di ogni cosa».

Insomma bel posto un rifugio per far crescere i figli Fabio e Davide; e da qui è iniziata l'avventura che oggi compie 20 anni. Paolo gestisce il rifugio con la moglie Barbara, originaria di Pieve di Cadore. «Con l'aiuto della famiglia si riesce ad andare avanti bene. Bisogna essere oculati, ma abbiamo la possibilità di fare piccole migliorie ogni anno. Ho imparato che anche il più piccolo cambiamento dà al cliente fiducia ed a noi la soddisfazione di andare avanti, di progredire, di migliorarci».

Il rifugio Padova, a lungo di proprietà dei Cai di Padova ed oggi del Comune di Domegge, è aperto da maggio a ottobre, più una quindicina di giorni in inverno, da Natale all'Epifania. Ha una cinquantina di posti letto (di cui 25 nella mansarda), 50 posti a tavola all'interno e 70 all'esterno. Poi c'è la cucina, con qualche specialità tipica che il cuoco Paolo ci tiene ad illustrare: pappardelle al capriolo, speck del Cadore di Perarolo, casunziei fatti in casa, formaggio di Costalta ed in particolare il pastin di cervo. E' un rifugio storico, il Padova, attivo da 116 anni, meta di scalatori ed escursionisti appassionati, che si inerpicano verso la Forcella Segnata e da lì raggiungono il Campanile della Val Montanaia a 2.173 metri, in Friuli, per poi rientrare alla Forcella Montanaia, in un giro di circa cinque ore.

«La nostra fortuna qui in Cadore è di avere una natura incontaminata; di certo dobbiamo farne di strada per sfruttarla al meglio turisticamente; ma io dico sempre che non si può che migliorare. Quindi avanti sempre con fiducia».

Argomenti:rifugiodolomiti

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi