De Menech e Reolon a sostegno di Delrio Piccoli: «Disastroso»
BELLUNO. Se il ministro Delrio, Pd, renziano, vuole mantenere la Provincia di Belluno come ente di secondo grado, Roger De Menech, il parlamentare Pd che l’ha invitato, e il consigliere regionale Sergio Reolon, Pd anche lui, ed entrambi renziani, ribadiscono che «il Partito Democratico bellunese si batte perché la Provincia di Belluno sia mantenuta in Costituzione, quale ente elettivo di primo grado, rafforzata nelle sue competenze e dotata di ampia autonomia politica, amministrativa e finanziaria».
I due politici, però, non polemizzano con Delrio, e invitano quanti lo stanno facendo, ai piedi delle Dolomiti, ad argomentare le loro posizioni puntualmente, rinunciando agli slogan. Cerca di farlo, per primo, il parlamentare del centrodestra Giovanni Piccoli, spiegando perché sulla Provincia ha cambiato idea. «Comprendiamo le ragioni del polverone che ha accompagnato la visita del Ministro Delrio – mettono le mani avanti De Menech e Reolon -. Ma un’azione di protesta viscerale come quella di ieri rischia di essere inconcludente se non controproducente».
«In un momento delicato come questo – consigliano - ci sembra opportuno cercare di mettere un po’ d’ordine sulle cose in modo da recuperare un approccio più consapevole e ragionato in grado di conseguire qualche risultato». Poi, sulla base di quanto riferito da Bressa e dal Delrio a Belluno, cercano di rassicurare, ricordando che «nella discussione in Commissione Affari Costituzionali, su iniziativa del deputato bellunese Roger De Menech e del relatore Gianclaudio Bressa, è stato inserito un emendamento che attribuisce maggiori funzioni alle Province interamente montane e confinanti con uno Stato estero come appunto quella di Belluno e assegna alle regioni il compito di assicurare loro “forme e condizioni particolari di autonomia”». Ricordano pure che «la Regione Veneto ha già riconosciuto nel proprio statuto quanto previsto dalla legge e deve ora tradurlo nei fatti con una legge di recepimento». Quindi? «Tutto questo significa che in un momento in cui le Province stanno per essere cancellate a livello nazionale, la Provincia di Belluno rispetto alle altre ne esce rafforzata nelle sue competenze, che saranno di importanza cruciale, e nella sua autonomia».
Rimane da affrontare il capitolo delle risorse e puntano il dito accusatore contro la Regione. «Non ha ancora dato attuazione, per responsabilità della maggioranza Lega-Pdl e del presidente Zaia, alla disposizione statutaria, ma il Ministro ha assicurato il suo personale interessamento ed il Gruppo del Pd in Regione ha chiesto la calendarizzazione del disegno di legge predisposto dalle rappresentanze sociali ed economiche del nostro territorio e sottoscritto dalla maggioranza dei consiglieri».
Di tutt’altro tono Giovanni Piccoli, senatore di Forza Italia. «La passerella del Pd ha avuto un esito disastroso seppure scontato. Il lato positivo è che finalmente si gioca a carte scoperte. I bellunesi adesso sanno cosa intende fare il Governo Letta per il nostro territorio: niente». Piccoli insiste affinchè la riforma dell'architettura istituzionale con la prevista soppressione delle provincie sia attuata con la necessaria attenzione al fine di garantire parità di trattamento e di opportunità per i territori come sancito dalla Costituzione. (fdm)
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