De Menech: «I fondi di confine per ripopolare la montagna»
BELLUNO. Ancora tre giorni e il 31 maggio si conoscerà il destino dei 162 milioni dei fondi di confine. Fondi che, grazie alle compartecipazioni dei Comuni, della Provincia e della Regione, potrebbero superare abbondantemente i 220 milioni di euro. Mai vista, ai piedi delle Dolomiti, una massa così enorme di risorse, e tutte in una volta sola.
Una quarantina i progetti, finalmente condivisi tra i 15 sindaci di confine e i 25 di seconda fascia. Novità assoluta: una parte dei fondi (top secret sulla cifra) sarà investita per il ripopolamento di quei territori in quota che in questi anni si sono trovati vittima di un grave processo di spopolamento.
«Non si interverrà sui servizi, che non dipendono dai Comuni (si pensi alle poste o alle scuole), ma», precisa l'on. Roger De Menech, coordinatore del Comitato dei sindaci, «sulla residenzialità e sulle famiglie». De Menech non vuole anticipare una virgola di quanto deciso - «ribadisco: con una condivisione finalmente unanime» -, ma è probabile che se non siamo vicini al sospirato “reddito di sostegno” per i montanari che tali restano, poco ci manca.
Tra le azioni, non mancano risorse per le grandi progettazioni infrastrutturali: fondi di confine saranno utilizzati per integrare le spese di studio del collegamento ferroviario tra Feltre e Primolano, condiviso anche dalla Provincia di Trento, e del treno delle Dolomiti, tra Calalzo, Cortina e la Val Pusteria, fermamente voluto dal presidente della Regione, Luca Zaia, dalla Provincia di Bolzano e dal ministro Graziano Delrio. Non mancheranno interventi per la difesa dei servizi sanitari e sociali, nelle aree che si trovano in condizioni di maggiore precarietà.
E poi l'impiantistica. Il sindaco di Comelico Superiore, Marco Staunovo Polacco, ha stappato una bottiglia di prosecco, dopo la riunione di ieri pomeriggio in Provincia - presenti oltre trenta sindaci e la presidente della Provincia Daniela Larese Filon - perché tutti i Comuni, a cominciare da quelli del Comelico, hanno condiviso di procedere con il collegamento sciistico tra la val Pusteria e la val Grande, sopra Padola. Un investimento da una quarantina di milioni, un terzo a carico dell'investitore privato, che sarà individuato attraverso uno specifico bando di gara. Il resto lo mettono i Fondi, con eventuali compartecipazioni di Comune e, auspicabilmente, Regione.
«Grazie alla sapiente regia del coordinatore De Menech, è storica la condivisione assicurata dai sindaci, con taluni che hanno dovuto fare dei passi indietro perché dei loro colleghi potessero farne uno in avanti», commenta il sindaco Staunovo Polacco. «Non sempre è accaduto, in questa provincia, che dei provvedimenti importanti e strategici come questo siano stati votati all'unanimità dai sindaci. Un buon viatico per il varo definitivo, quello del Comitato paritetico».
«Come si spiega questo successo? Ho agito da sindaco», sintetizza De Menech, che oggi salirà a San Vito di Cadore per illustrare il progetto di messa in sicurezza del paese dalle frane, grazie appunto ai Fondi di confine.
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