De Menech: «Liberiamo soldi per altri interventi»

La filosofia che sta alla base dell’utilizzo delle risorse dei comuni confinanti: «Alla Regione chiediamo il ristoro, a beneficio degli altri nostri territori»

BELLUNO. «A problemi complessi servono risposte complesse e noi stiamo cercando di darle. Come? Se utilizziamo i fondi dei comuni confinanti (Fcc) per alcuni interventi come la sistemazione di ospedali, di scuole o strade possiamo fare in modo che nuove risorse vengano liberate, ad esempio dalla Regione Veneto, per altre opere ad appannaggio dell’intero territorio bellunese».

Così l’onorevole del Pd, Roger De Menech nonché presidente del Comitato per la gestione dei Fondi ex Odi ha rassicurato amministratori comunali, parti economiche e sociali nel corso del convegno.

«Qui c’è bisogno di costruire una strategia e di metterla in atto e i fondi di confine sono lo strumento per concretizzare alcuni temi». Tra questi anche quello della regia unica, un problema molto sentito da gli amministratori. Di fronte ad una Provincia non elettiva e per certi versi privata di una carica politica efficace, De Menech rilancia la funzione di palazzo Piloni come ente di coordinamento di tutti i Comuni e in questo ruolo evidenzia l’importanza della stazione unica appaltante, in grado di gestire appalti “grossi”, come poteva essere quello da 13 milioni di euro di Voltago Agordino.

L’onorevole democratico sottolinea poi come lo squilibrio con le province autonome di Trento e Bolzano derivi storicamente anche da un sbilanciamento nella politica di sviluppo del Bellunese in un’ottica solo industriale, soprattutto nel decennio post Vajont.

«Non si è tenuto conto, come invece hanno fatto Trento e Bolzano, di altri settori come il turismo o l’agricoltura. Per questo abbiamo deciso di mettere due milioni di euro per finanziare imprese agricole gestite da giovani, come presidio del territorio, ma anche 5,6 milioni di euro per il marketing territoriale. Soldi che sono stati destinati alla Provincia, l’unica in grado di avere uno sguardo sovracomunale e d’insieme. I Fondi dei comuni confinanti devono diventare uno strumento di politica territoriale, supportata da una visione complessiva».

De Menech ha anche precisato come uno degli obiettivi del Fcc sia quello di riversare risorse sui comuni confinanti, per liberarne poi altre per il resto del territorio. «Ad esempio», ha specificato, «abbiamo investito 6 milioni di euro per mettere a norma e aumentare i dispositivi per la riabilitazione all’ospedale di Lamon e per le infrastrutture della piastra chirurgica di Feltre insieme con i lavori di ristrutturazione al pronto soccorso di Agordo. Abbiamo, inoltre, messo 32 milioni di euro per le piste ciclabili così da avere una dorsale ciclabile dolomitica a breve, e in questo modo possiamo chiedere alla Regione di liberare altre risorse per altri tipi di interventi nei comuni non di confine. Anzi», ha detto l’onorevole del Pd, «sulla dorsale ciclabile esiste un accordo con l’assessore regionale Caner per cui a fronte dei 32 milioni spesi con le risorse ex Odi, Venezia metterà 18 milioni per sistemare le strutture alberghiere in provincia». Una sorta di pareggio dei conti, in termini molto spiccioli, per eliminare le disparità che inevitabilmente si creerebbero tra territori.

De Menech ha ribadito come i Fondi ex Odi possano diventare una possibilità importante per sistemare il territorio e renderlo più appetibile, evitando così lo spopolamento. «Se chi abita qui trova strade, servizi efficienti a partire dalla sanità e dal trasporto pubblico, è naturale che possa decidere di continuare a viverci, malgrado i disagi inevitabili. Ma servono risorse che per ora arrivano grazie all’accordo con Trento e Bolzano». (p.d.a.)

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