De Menech, monito al Bard «Decida da che parte stare»

Il segretario regionale del Pd: «Il movimento ci critica ma appoggia l’Svp, nostro storico alleato» «Sedico è una vittoria straordinaria, ora bisogna cambiare passo anche nella nuova Provincia»
Di Valentina Voi

BELLUNO. Renziano della prima ora e bellunese doc. Per il deputato Roger De Menech il risultato del Partito Democratico, che ha totalizzato il 38,98% dei voti, toccando così il massimo storico in provincia, è una doppia vittoria. Tanto più che il plebiscito di Ponte nelle Alpi, dove era sindaco, è anche un riconoscimento al suo operato. Ma il lavoro sul territorio non è finito. Ora si guarda alle riforme costituzionali che possono dare alla montagna nuove possibilità.

Da segretario regionale del Partito Democratico ha seguito da vicino la campagna elettorale in tutta la regione e anche nel Bellunese. Come commenta questi risultati?

«Il voto locale è in linea con quello nazionale ma, rispetto alla base di partenza, è anche migliore. Basti pensare a situazioni particolarmente difficili dove avevamo percentuali basse, ad esempio cito Cortina, e dove un pezzo importante dell’elettorato ha votato Pd. È cambiato l’approccio, si vede anche dall’orientamento delle liste civiche che hanno vinto in Valbelluna. Si va verso il riformismo. Sedico è una vittoria straordinaria, un motivo di orgoglio. Ponte nelle Alpi è anche il riconoscimento di una buona amministrazione, io ho cercato di dare una mano in campagna elettorale».

Ovunque l’effetto Renzi è stato determinante. Lei, renziano da sempre, non pensa a cosa sarebbe potuto succedere con Renzi alle ultime politiche?

«Con i “se” e con i “ma” non si vincono le elezioni. C'è un grande punto di domanda, ma la politica ha i suoi tempi, forse il Pd di un anno fa non era pronto ad accettare un cambiamento così grande. Ora dobbiamo cogliere la forza che viene dalla gente per non sbagliare le mosse da fare nelle prossime occasioni».

Immagino che stia parlando delle regionali.

«Certo, bisogna interpretare fino in fondo questa voglia: spero che il Pd possa agire anche in Veneto. Intanto abbiamo definito il percorso che passa per le primarie. Ma non solo, bisogna insistere anche sul tema delle riforme».

Anche il Bard, che ha appoggiato l’Svp, ha dichiarato di guardare alle regionali. Cosa ne pensa?

«L’Svp è storicamente alleato con il Pd che invece il Bard ha sempre attaccato, soprattutto per quanto riguarda Bressa. Dovranno decidere da che parte staree chi è il loro nemico. Noi stiamo lavorando, e continueremo a lavorare, per la provincia di Belluno. Il Bard ha nel dna la grande regione dolomitica e in questo una parte fondamentale la giocano Trento e Bolzano. Devono cogliere l’occasione per allargare i loro orizzonti verso la provincia di Belluno. Mi chiedo se l’Svp sia disposta a farlo».

Chiamparino, che ha vinto con il Pd in Piemonte, ha dichiarato di guardare a Bruxelles per un progetto di Regione Alpina. E Belluno?

«Il Pd locale ha lavorato sulla regione alpina ottenendo le critiche del Bard. Noi siamo disponibili a lavorare insieme, ora bisogna fare il punto anche a livello nazionale rispetto alle politiche sulla montagna in vista delle riforme. Mentre a livello locale la sfida è un’altra. Fare sintesi al di là degli schieramenti nel nuovo ente provinciale per cambiare passo rispetto alle gestioni del passato».

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