De Menech: «Subito la nuova caserma»
PONTE NELLE ALPI. Roger De Menech sollecita il ministero della Difesa affinché, per quanto gli compete, acceleri l’iter per la realizzazione della nuova caserma e gli alloggi di servizio dei carabinieri di Ponte nelle Alpi. Il deputato bellunese ha inoltrato, il 17 luglio scorso, un’interrogazione con l’obiettivo di «accelerare l’iter di realizzazione della nuova caserma, più funzionale e consona al lavoro dell’Arma dei Carabinieri della stazione di Ponte nelle Alpi».
Il nuovo edificio troverebbe posto nel sedime della vecchia stalla, che fa parte del complesso dell’ex Casa del Sole. La nuova caserma rientra nel progetto denominato «Progetto area parco ex Casa rossa»: una zona che ha una superficie di circa 23 mila metri quadrati e che si trova tra la Casa di riposo e la scuola materna statale. Il dibattito sulla caserma dei carabinieri si prolungava da anni. Nella sua interrogazione, De Menech sottolinea che l’attuale edificio – una bella palazzina che sorge nei pressi della chiesetta di Santa Caterina di proprietà dell’amministrazione provinciale – risulta insufficiente e inadeguata alle esigenze della Benemerita. Le vicende legate alla caserma si snodano da tempo: negli anni furono ipotizzate altre soluzioni (Nuova Erto e gli spazi sui quali sorge l’ex scuola per escavatoristi del Cfpme), che furono scartate. Alla fine i vari portatori di interesse (l’amministrazione provinciale, il Comune, il comando provinciale di Belluno e la Regione carabinieri Veneto) concordarono sulla bontà della scelta effettuata. Poche ore prima dello scioglimento del consiglio provinciale l’amministrazione comunale di Ponte, divenuta proprietaria del sedime, si vide riconoscere il diritto di superficie e, con esso, quello di cedere l’area in affitto. Il coinvolgimento dei soggetti privati nella realizzazione, nella gestione e soprattutto nell’accollo dei costi delle opere, in vista di guadagni futuri, rappresenta la caratteristica principale di questo tipo di investimento: il project financing. Il nome della zona deriva dal fatto che, dove attualmente c’è la piattaforma polifunzionale, sorgeva l’ex casa del fascio: un edificio colorato di rosso che, con una scelta opinabile fu abbattuto (sindaco Bortot) verso la fine degli anni ’70. Intanto è in avanzata fase di realizzazione il «Centro di accoglienza» (un edificio che conterrà un ufficio turistico, un bar, spogliatoi ed altri spazi). Ma che senso ha, si chiederà qualcuno, realizzare se, poco lontano, nella piazzetta Bivio, c’è lo Iat (ufficio turistico)? La risposta è nelle cose: l’ufficio in questione, di proprietà della Provincia, potrebbe essere posto in vendita. Singolare è il fatto che lo Iat (Ufficio turistico) sia stato inaugurato due volte e da quattro amministrazioni diverse e con protagonisti diversi (De Bona e Reolon per la Provincia, Fregona e De Pasqual, sindaci di Ponte).
Paolo Baracetti
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