De Pellegrin: «C’è chi lucra sulla storia dei passaporti»

Il sindaco di Val di Zoldo e il boom di richieste per avere la cittadinanza italiana «Tutti prendono residenza nella stessa abitazione di Goima: è un po’ strano»

VAL DI ZOLDO. Esplode il caso dei brasiliani in Val di Zoldo. Dopo l’allarme lanciato dal sindaco Camillo De Pellegrin, gli occhi d’Italia sono tutti sul piccolo Comune bellunese che, come si augurava lo stesso primo cittadino, ha scoperchiato il proverbiale vaso di Pandora. «Da ieri mattina il mio telefono non ha smesso di squillare: televisioni, radio e giornali mi stanno chiamando perché racconti come stanno le cose. C’è qualcosa di strano e sono sicuro che la notizia non sia esplosa tanto per Zoldo, quanto perchè abbiamo toccato un tema serio. Quando trasmissioni di grosse emittenti si fanno avanti è perché hanno capito che non è un problema solo nostro».

Anagrafe in tilt. Il fenomeno che ha spinto il sindaco a rendere pubblica la notizia dell’aumento anomalo di richieste di riconoscimento di cittadinanza da parte di cittadini brasiliani è stata l’insopportabile mole di lavoro arrivata all’ufficio anagrafe di Val di Zoldo, che ha di fatto paralizzato l’ente, che conta solo due dipendenti: «Serve più personale», spiega il sindaco, «il fenomeno ci preoccupa molto, il 50 per cento del lavoro dell’ufficio è ormai dedicato a queste pratiche».

Cittadinanza take away. Lo strano fenomeno che sta interessando alcuni Comuni come quello di Val di Zoldo deriva dalla possibilità di richiedere il riconoscimento di cittadinanza per discendenza italiana direttamente all’anagrafe del Comune di residenza. Questo è ulteriormente facilitato dalla circolare 32 del 2007 del ministero dell’Interno che esenta chi viene in Italia per avviare questa pratica dall’obbligo di permesso di soggiorno e di contratto di lavoro. Ovviamente questo non comporterebbe alcun problema se non fosse che, una volta inoltrata la richiesta, le persone lasciano l’Italia iscrivendosi all’Aire. «In un paese con poco più di 3.200 residenti con quasi 1.600 iscritti all’Aire, l’equilibrio politico viene meno e si rischia di non poter mai raggiungere il quorum».

Una logistica oscura. «C’è evidentemente qualcuno che gestisce questo andirivieni dal Brasile, perché queste persone spesso non hanno alcun rapporto reale con l’Italia o con Zoldo», dice De Pellegrin, «tanto da fare spesso fatica a ricordare il nome dell’avo italiano a cui fanno riferimento. Però a gruppi di venti in qualche modo riescono a raggiungere il nostro territorio per poi mettere tutti la residenza nella stessa abitazione a Goima. Salvo poi iscriversi all’Aire una volta fatte le pratiche. Ci è stato detto dalla persona che accompagna questi cittadini brasiliani all’anagrafe che ce ne sarebbero ancora 400 in attesa di partire verso il nostro Comune e ci siamo rivolti alla Questura perché esegua dei controlli, così non si può andare avanti».

Cittadini italiani, chi sì e chi no. «Sul mio territorio ho persone nate e cresciute in Italia che non posso registrare come cittadini italiani perché devono rispettare dei tempi molto lunghi, mentre, passando per il riconoscimento delle origini italiane, la procedura è molto più rapida. Essendoci un vero e proprio ingorgo nei consolati brasiliani per questo tipo di richiesta non penso di essere l’unico a ipotizzare che qualcuno possa aver pensato di lucrare su questa voglia di passaporto italiano».

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