De Pellegrin scrive all’Anci: «Si indaghi»
VAL DI ZOLDO. Crespano, Crocetta del Montello, Jesolo, Enego, ma anche Savona e Sulmona. Sono moltissimi i Comuni italiani che stanno facendo fronte all’aumento delle richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana da parte di brasiliani. Gli uffici anagrafe stanno facendo il possibile, ma in molti casi sono al collasso. «Questa situazione va presa in mano a livello nazionale», spiega Camillo De Pellegrin, sindaco di Val di Zoldo. Lui ha scoperchiato un vaso di Pandora, e nel giro di una settimana moltissimi colleghi lo hanno contattato per dirgli che stanno vivendo lo stesso fenomeno.
Ecco perché ieri De Pellegrin ha scritto due lettere: una a tutti i sindaci bellunesi, l’altra all’Anci. A entrambi chiede collaborazione nel definire una strategia comune che porti, anche, a formulare proposte di modifica della normativa vigente (il riferimento è la circolare 32 del 2007 del ministero dell’Interno). All’Anci, in particolare, De Pellegrin chiede collaborazione per raccogliere i dati del fenomeno, compreso quanti siano i cittadini iscritti all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, e l’incidenza degli atti che vengono inviati dai consolati per la trascrizione nei registri di stato civile italiani. Ma soprattutto, De Pellegrin chiede all’Anci di far luce su un fenomeno che rischia di assumere proporzioni preoccupanti.
«Una cosa è certa: il mio Comune, come molti altri, non può più reggere questa mole di lavoro, che si è andata ad aggiungere a tutte le pratiche di cui già deve occuparsi un ufficio anagrafe», racconta il sindaco. «Qui il tema non è assolutamente di natura razziale: nessuno vuole impedire a chi si sente legato alla nostra terra di ottenere la cittadinanza italiana. Il tema è politico. Ci sono uffici al collasso, e bisogna anche considerare che l’incidenza della popolazione iscritta all’Aire è già molto rilevante nei nostri territori». E pesa, quando c’è da raggiungere il quorum (cioè che il 50% più uno degli aventi diritto al voto si presenti alle urne) in una elezione. Succede con alcuni referendum, per esempio, ma anche alle elezioni comunali. Se si presenta una sola lista, questa deve essere votata almeno dalla metà più uno degli aventi diritto. A meno che non si presenti anche una lista “civetta”, che di fatto ha l’unico obiettivo di evitare il rischio di commissariamento al Comune. Lo conferma anche il sindaco di Crespano, Annalisa Rampin: «Si rischiano problemi nella gestione del corpo elettorale».
In altri paesi europei le normative per l’ottenimento della cittadinanza sono più restrittive, in Italia si è creato un fenomeno che va indagato nella sua interezza, conclude Camillo De Pellegrin: «Per questo ho coinvolto l’Anci», conclude. «Perché questo problema non è solo della Val di Zoldo, dalle segnalazioni che ricevo». (a.f.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi