De Rigo cavaliere dopo 40 anni di attività: «Tutto è iniziato in un fienile di Pozzale»

Onorificenza consegnata all'imprenditore durante una cerimonia al Quirinale


LONGARONE. «Il titolo di cavaliere del lavoro si riceve una volta sola nella vita ma, per quanto mi riguarda, rappresenta il suggello di una lunga carriera professionale iniziata in un piccolo fienile di Pozzale su intuizione di mia moglie Emiliana».

Ennio De Rigo, che giovedì al Quirinale ha ricevuto l’onorificenza di cavaliere dell’ordine “al merito del lavoro” dal capo dello Stato Sergio Mattarella, racconta passato, presente e futuro del suo gruppo, nel quarantennale dell’occhialeria.

«Dal 1978 ad oggi sono successe tante cose, belle ed anche brutte. Mi emoziona guardami indietro, ne ho fatta di strada. Anzi, ne abbiamo fatta».

Ha parlato di un fienile di Pozzale come punto di partenza, vuole raccontarci meglio?

«Nella mia vita ho fatto tanti lavori, negli anni Settanta avevo una ditta di costruzioni a Cortina. Le cose andavano bene e così ho deciso, sotto la spinta di mia moglie, di aiutare un suo parente che aveva una piccola azienda di occhialeria in Cadore, che in quel periodo lamentava qualche difficoltà di natura economica. Dopo un po’ di tempo quella stessa persona decise di mollare tutto lasciandoci l’azienda. Lavoravamo in un piccolo laboratorio ricavato all’interno di un fienile a Pozzale. Facevamo solo occhiali in plastica con una decina di dipendenti».

«Tutto è iniziato lì, in quel fienile di Pozzale che lasciammo dopo qualche tempo per trasferirci a Limana dove aprimmo la nostra prima, vera fabbrica».

Quarant’anni di attività sono tanti, c’è un episodio che ricorda con maggior piacere?

«Uno solo? Ce ne sarebbero decine, forse centinaia (ride, ndr). Quello che voglio però sottolineare è che non sempre le cose sono andate bene. Ci sono stati anche momenti difficili, duri. Ricordo la paura di non farcela. Ma li abbiamo superati sempre in maniera brillante, remando tutti dalla stessa parte. Sia in azienda che in famiglia».

Che momento vive l’occhialeria sul territorio bellunese?

«La crisi attanaglia molti settori e quello dell’occhialeria purtroppo non è immune. Pur fatturando 430 milioni di euro ci troviamo costretti a guardarci costantemente le spalle, oggi ogni minimo errore si rischia di pagarlo a caro prezzo. Ci sono poi i colossi che monopolizzano il mercato. Non possiamo pensare di poter competere con loro ma dobbiamo guardare solo a noi stessi continuando a fare quello che abbiamo fatto, molto bene, in questi quarant’anni».

Archiviati i primi quarant’anni, cosa riserverà il futuro al gruppo De Rigo?

«A livello personale non saprei visto che ho una certa età (ride di nuovo, ndr), l’azienda però non ha obiettivi specifici se non continuare a fare quello che, con semplicità e naturalezza, ha fatto in tutti questi anni. È lì che si nasconde il segreto del nostro successo».

Chiusura dedicata ai ringraziamenti, doverosi in queste circostanze.

«Il ringraziamento va alla mia famiglia e ai miei collaboratori perché senza il loro sostegno non avrei potuto raggiungere questi importanti risultati. Dedico questo premio a loro ed al mio territorio che mi ha sempre dato tanto e che purtroppo è stato così duramente colpito in questo momento». —

 

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