De Zolt: «Sull'Unico Studenti non ho colpe»

De Zolt si toglie qualche sassolino. «Qualcuno non ha voluto sostenerlo» e replica sull’Unico Studenti
Il presidente della Provincia con alcuni assessori
Il presidente della Provincia con alcuni assessori
BELLUNO.
«Io sono un garibaldino quindi rispondo sempre "obbedisco", ma non accetto che mi vengano attribuite colpe che non ho». Dalla Val Visdende dove sta trascorrendo i primi giorni da ex assessore, Silver De Zolt non ha certo perso il suo smalto e la sua schiettezza. E anche se come annuncia «alcune cose non le posso dire se non quando questa storia sarà finita, e cioè dopo il coordinamento del Pdl che si terrà domani», alcuni punti ci tiene a chiarirli «perchè su come sono andate le cose si sono dette e scritte parole non rispondenti al vero». Intanto l'altro assessore del Pdl a rischio, Bruno Zanolla sta vivendo questi giorni con la spada di Damocle sul capo in attesa che il presidente Bottacin decida se ritirargli o meno le deleghe. «Io sono qui in virtù del mandato popolare. E con questo spirito intendo svolgere il mio ruolo finchè mi sarà possibile. Sicuramente se anche gli altri hanno a cuore il bene dei cittadini dovrebbero pensare proprio ai bellunesi. Il momento è difficile, non c'è dubbio, ma il nostro ruolo politico è quello di riuscire a strappare le risorse per fare in modo che i nostri concittadini abbiano i servizi necessari». Intanto il clima a palazzo Piloni resta infuocato, le tensioni palpabili anche se tutti cercano di fare come se non fosse accaduto nulla. Ma la possibilità che la legislatura possa essere al termine sembra diventare sempre più concreta, «se non si cercherà la strada dell'accordo», precisa Zanolla.

De Zolt, benchè dica di «stare benissimo e di non aver alcun problema», qualche sassolino nella scarpa ce l'ha. «C'è qualcuno che dice che la cancellazione di Unico studenti è colpa mia, ma non è vero. Se fosse stato per me, l'abbonamento ci sarebbe stato anche quest'anno. Pure l'anno scorso qualcuno non voleva metterlo, ma io e qualche altro ci siamo imposti. Oggi, se ci fosse stata la volontà politica, si sarebbe potuto mantenere. Avevo infatti iniziato a prendere dei contatti con altri enti come il Consorzio Bim».


De Zolt poi confessa che in fondo quel documento presentato dal coordinamento provinciale del Pdl e anche da lui sottoscritto «è stato un documento fatto velocemente, senza avere tempo di controllare. Ho sollevato però il problema sui trasporti, perchè necessitavano di una discussione diversa, visto che il presidente Bottacin si era mosso e anch'io mi ero dato da fare. Insomma non eravamo stati con le mani in mano. Ma poi decide il partito ed essendo io uomo di partito ho sottoscritto».


L'ex assessore, però, si dice deluso del fatto di «aver saputo che mi avrebbero tolto le deleghe, e poi che mi erano state tolte, dai giornali. In questi giorni ho ricevuto tante dimostrazioni di stima da assessori e consiglieri di tutti gli schieramenti, ma dal presidente Bottacin non è arrivata alcuna telefonata, nemmeno per dirmi i motivi di questo ritiro dei referati. Se mi chiamava potevo anche spiegargli come erano andate le cose nel coordinameto, ma nessuno me l'ha mai chiesto».


Per De Zolt però, «dietro a questa storia, c'è qualcosa di più, perchè le liti ci sono sempre state, ma poi si sono sempre ricomposte; il fatto che ci troviamo in queste condizioni, a mio parere, dimostra che c'è una volontà politica diversa e al di sopra».


L'ex assessore («per fortuna ho la mia pensione e ho avuto un lavoro, così da non dover essere attaccato alla seggiola») risponde anche a Dolomitibus che l'ha criticato per non essere mai andato a far visita alla società durante il suo mandato. «Il presidente Bottacin ha il diritto e il dovere di andare a visitare Dolomitibus visto che ha le deleghe alle società partecipate, anzi poteva andarci anche prima. Ma non è vero che io non ci sono mai stato, perchè ci passavo ogni anno per fare gli auguri a personale e dirigenti. E poi i vertici, checchè ne dica il direttore Da Rolt, li ho incontrati spesso a palazzo Piloni. Certo, avendo lavorato 25 anni nella società, non avevo bisogno di andarci tanto spesso».


E poi conclude: «Ho sempre cercato di lavorare a favore dei bellunesi, e il fatto che in moltissimi mi abbiamo votato dimostra che ho sempre agito con correttezza e onestà».

Si sente la coscienza a posto anche Bruno Zanolla. «La Lega ha sparato una bomba a cui era impensabile che non ci fosse una risposta. Siamo come in una barca: se quelli a poppa sparano a quelli a prua la barca affonda, e in questo caso la Provincia affonda. Io sono convinto che se c'è la volontà politica di reperire i soldi, ognuno per la propria parte, senza fare lo scaricabarile, credo che potremo salvare ancora l'ente. Per uscirne bisogna essere aperti».
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