Debora protesta per il ribaltone al Senato

La Serracchiani consegna al ministro una dura nota: «Sul ricongiungimento non si può tergiversare»

SAPPADA. Il Governo, dunque, aveva deciso di non opporsi al distacco di Sappada dal Veneto. Il "ribaltamento" al Senato, con lo stralcio del voto, poche ore dopo la decisione del Governo, «lascia sgomenti». Ad affermarlo è la vicesegretaria nazionale di quel partito, il Pd, che a Palazzo madama ha cambiato parere. Ed eccola, Debora Serracchiani, incalzare sul tema il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, anche se non fa il suo nome e gli altri che hanno contribuito al ribaltone. «Il ricongiungimento di Sappada con la comunità di cui si sente parte, quella friulana, è un momento che non deve più essere rinviato», insiste la Serracchiani in una lettera consegnata ieri al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Enrico Costa. Nella lettera Serracchiani esprime «amarezza» a seguito del «limbo parlamentare in cui sembra essere precipitato l'iter di ricongiungimento fra la comunità di Sappada e il resto della comunità regionale». In particolare, secondo la presidente della Regione, «il ribaltamento lascia sgomenti anche per il metodo, al punto da farci chiedere se non fosse stato preferibile andare al voto, in modo da dare nome e volto a quanti erano pronti a dire ai sappadini che la loro volontà non conta nulla». La memoria della Serracchiani è di una durezza politica unica. E indubbiamente sarà applaudita ai piedi del Peralba, quanto contestata a Belluno. «Se le regole valgono, siano fatte rispettare. Altrimenti», così si legge nella nota, «si dica chiaramente che vanno cambiate, ma non a partita in corso e dopo otto anni di lunga attesa: otto anni durante i quali si sarebbe potuto proficuamente svolgere anche quel ragionamento a più largo raggio oggi da varie parti invocato». Volgendosi quindi a osservazioni di carattere più generale, «il divampare di polemiche che è seguito allo stralcio in Aula non appare un modo corretto e utile per impostare un ragionamento sul regionalismo, e in particolare sul rapporto tra ordinarie e speciali». Nello specifico del tema di Sappada, la presidente del Friuli mette in guardia - soprattutto il suo compagno di partito, Bressa - su paragoni con gli interventi del Trentino e dell'Alto Adige in favore dei comuni veneti confinanti, che sono «frutto di presupposti completamente diversi da quelli esistenti in Friuli: Trento e Bolzano pagano perché non vogliono accogliere altri comuni nel loro territorio, per noi la friulana Sappada è benvenuta. Per questo motivo», è la conclusione di Serracchiani, « non sono accoglibili posizioni come quella di chi chiede un uguale fondo compensativo per i comuni del Bellunese da parte della nostra Regione». La presidente, in ogni caso, ha anticipato l'intenzione di incontrare il sottosegretario Bressa e il ministro Elena Boschi e ha ricordato la mozione approvata all'unanimità dal Consiglio regionale, tenendo a precisare che nessuno intende smembrare alcunché, ma che vi è una sensibilità storica da rispettare. Sulla questione Sappada, il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop ha infine ricordato al ministro come il consiglio stesso «si sia espresso favorevolmente in modo unanime». (f.d.m.)

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