Debutto soft per Vaccari, Bond presidente

L’opposizione si astiene ma accoglie bene il forzista. Malacarne va incontro ai nuovi arrivati mentre Pellencin fa il cavaliere e dà il benvenuto alle due giovani donne
FELTRE.
Un sindaco sintetico, un presidente del consiglio loquace, un’opposizione tenera, a tratti zuccherosa. Inizia all’insegna del fair-play l’era Vaccari. Nessuna polemica, qualche frecciatina, tanta emozione. C’è chi ha mantenuto i vecchi posti, chi all’inizio non sa dove sedersi, chi si sventola e chi già sbadiglia. Ma è Dario Bond il vero mattatore della mattinata, che da consigliere anziano si autoproclama presidente del consiglio. La minoranza, che pure si astiene, lo incensa.


L’atmosfera sul Colle delle Capre è quella classica del primo giorno di scuola, nonostante il sole alto e l’estate alle porte. C’è l’alunno diligente che arriva per tempo tirato a lucido, quello consumato che ha l’aria del ripetente, quello discolo che arriva in ritardo, pur con un certo imbarazzo. E’ il caso di Dario Bond, atteso perché consigliere più anziano e quindi titolato a guidare l’assemblea. «Ma non sarà mica a Venezia», si chiede un assessore. «Ciamalo và», il suggerimento di un altro. «Dario Bond è ad Arsié per l’inaugurazione della casa di riposo», svela l’arcano uno stretto collaboratore. Bond arriva qualche minuto dopo. Le dieci e mezza del mattino sono passate da poco. All’appello manca solo il leghista Nunzio Gorza, che qualcuno dà già in ferie. Venti consiglieri su ventuno e si riapre la stagione amministrativa.


Tocca alla segretaria comunale spiegare ai neoconsiglieri il funzionamento dei dispositivi del voto elettronico. «Basta strucar un boton», scherza Bond, che però dopo due votazioni, e constatato l’imbarazzo dei nuovi eletti, si ricrede: «Penso che dovremo rivedere l’intero sistema. Non possiamo perdere tempo». Se il consigliere d’opposizione Marcello Malacarne saluta l’ingresso dei giovani, quello di maggioranza Aldo Pellencin - un vero cavaliere - fa altrettanto con le donne. Ricorda che sono gli anziani ad essere più saggi il decano Niccolino Pertile, che cita addirittura a suffragio della sua tesi l’autore latino Seneca.


Ma il momento clou, seppur preannunciato, arriva con l’investitura di Bond da parte del primo cittadino Gianvittore Vaccari. Poche parole per dire che il forzista è la persona giusta al momento giusto. Chi pensa però sia solo una questione di stima o di simpatia si sbaglia di grosso: «Il criterio predominante è stato quello delle preferenze individuali», premette il sindaco alludendo agli oltre 500 voti agguantati dall’azzurro. «Si tratta di una nomina importante, che dà garanzia e unitarietà», conclude senza tanti slanci Vaccari.


Sembra quasi più convinta la minoranza, che pur annunciando l’astensione per motivi più di forma che di sostanza, non avanza altri nominativi: «Bond ha sempre dimostrato di saper lavorare bene e di essere corretto, però prima di annunciare la sua candidatura ai giornali doveva consultarci. Non c’è stata concertazione. Gli auguro buon lavoro e gli offro la mia disponibilità», la dichirazione di voto del precedente presidente del consiglio Marcello Malacarne. Sgancia una bomba allo zucchero l’ex sindaco Brambilla, che parla di “Dario” come di un vecchio amico: «Il suo nome è quello che ci dà maggiore sicurezza. Deve però rimanere una ruspa. La nostra è un’astensione costruttiva». Bond a sua volta ricambia le cortesie, cospargendosi il capo di cenere: «E’ vero, avete ragione, dovevo prima interpellarvi. Chiedo scusa». Resta tagliato fuori dalla liason rosso-azzurra il sindaco Vaccari, che pochi minuti dopo giurerà sulla costituzione italiana. Bond lo aiuta a mettersi la fascia, ma alla rovescia.

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