Decorati per il salvataggio sull’Agner
VITERBO. Croci di bronzo al merito dell’Esercito per il salvataggio notturno sull’Agner. Il tenente colonnello Marco Cardillo e il luogotenente Marco Vegni sono stati decorati durante la celebrazione del 64° anniversario della fondazione dell’Aviazione dell’Esercito, che si è svolta all’aeroporto Fabbri di Viterbo. È stato il primo intervento a livello nazionale con l’uso del visori Night vision goggles, speciali strumenti che permettono di amplificare la luce della luna e delle stelle, rendendo meno complicati gli interventi.
Cardillo è un goriziano del 1969 uscito dallAccademia militare di Modena e con all’attivo circa mille ore di volo in elicottero, oltre che missioni in Libano, Kosovo e Afghanistan. Vegni è un pilota molto esperto di Civitella Paganico (Grosseto), che è stato a sua volta all’estero, tra Libano, Kosovo e Bosnia. Nella notte fra il 13 e il 14 giugno di due anni fa, c’erano loro sul velivolo Ab205 del 4° Reggimento aviazionie Altair di Bolzano, insieme a una squadra di quattro operatori del Soccorso alpino di Agordo e a terra c’era il capostazione Giorgio Farenzena con altri sei volontari
L’operazione serviva a salvare un alpinista 27enne di Cittadella. Ferito e in difficoltà sulla cima della montagna. R.P. era partito per fare la ferrata Stella alpina e dormire al bivacco Biasin. La presenza di tanta neve l’ha rallentato. L’uomo si è ritrovato all’uscita del percorso attrezzato, intorno alle 20. Con il sentiero nascosto dalla neve l’alpinista ha cercato di proseguire e raggiungere il rifugio, ma ha sbagliato direzione e, dopo essere scivolato più volte, si è ritrovato un centinaio di metri più lontano. Al buio, con la pila, ma senza ramponi e piccozza, l’alpinista, impaurito e contuso, su un versante ripido, ha contattato il 118. La centrale ha allertato il Cnsas. La richiesta di intervento a Poggio Renatico è stata accolta con l’invio di un elicottero. Dopo la mezzanotte i soccorritori sono stati trasportati nel buio in quota grazie ai visori notturni e sbarcati in hovering. Poi hanno attrezzato gli ancoraggi, si sono calati per 150 metri e, in un’ora e mezza, hanno raggiunto e salvato l’escursionista. (g.s.)
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