Decreto Enti Locali, Provincia: «Servono 28 milioni, non uno di meno»

L’appello della presidente della Provincia di Belluno, Larese Filon, al sottosegretario Bressa in vista del decreto Enti locali

BELLUNO. «Caro Bressa, per la messa in sicurezza delle scuole e quella delle strade, abbiamo bisogno di 28 milioni, non uno in meno». È l’appello, quasi drammatico, che la presidente della Provincia, Daniela Larese Filon, rivolge all’esponente di Governo che in questi giorni sta definendo il decreto per gli enti locali e, quindi, per le Province.

Appello che arriva alla vigilia della mobilitazione di tutte le Province italiane contro il governo per i tagli di 650 milioni, secondo alcuni 700. Ma le indiscrezioni ipotizzano una disponibilità del Governo di 250 milioni. Le previsioni meno pessimistiche pongono l’asticella a 400 milioni.

Il sottosegretario Bressa non vuole sbilanciarsi; si limita a dire che sarà un decreto che risponderà anzitutto all’emergenza. Mercoledì mattina la presidente salirà ai 2 mila metri di Misurina (alle 10 nella casa cantoniera) per una prima protesta, riguardante le strade. Venerdì, poi, scenderà a Belluno per la seconda manifestazione, a sostegno delle scuole. Nei due appuntamenti incontrerà i protagonisti dei due comparti, fra i quali anche i lavoratori di Veneto Strade.

La riunione di venerdì è organizzata con l’Ufficio scolastico provinciale. A Belluno e Feltre i rischi del terremoto ci sono tutti, un po’ meno nell’Agordino e meno ancora nel Cadore. «I tecnici ci dicono che solo per adeguare antisismicamente gli istituti del Feltrino sarebbero necessari almeno 10 milioni. Noi ci accontenteremmo - sospira la presidente - di poter contare su uno o due milioni l’anno per intervenire su 2 o 3 edifici (sempre l’anno), a cominciare da quelli più a rischio nel Feltrino ed in Val Belluna».

Poi ci sono le strade. Quelle ex Anas hanno un primo contributo di 5 milioni di euro grazie al decreto Milleproroghe.

«Sono soldi già al sicuro, che dovrebbero arrivare quanto prima. Ma Veneto Strade ne vuole altri 4 per la rete che ci ha consegnato l’Anas. Quindi 9 milioni. Ma - insiste la presidente Larese Filon - abbiamo in carico anche la manutenzione delle strade provinciali».

E la cifra arriva ai 28 milioni di euro, compresi i 10 per le scuole e le altre voci di chiusura del bilancio 2017. Gli amministratori bellunesi, dalla presidente Larese Filon all’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, ai sindaci, vivono giorni da incubo. L’incubo, appunto, è quello di dover ricorrere, come ultima spiaggia, ai 15 milioni del demanio idrico.

«Se qualcuno a Roma ci spinge in questa direzione, bene sappia - ammonisce la presidente - che quelle risorse sono a malapena indispensabili per far fronte alle opere di messa in sicurezza del territorio e alla protezione civile». Le frane, in provincia, sono un’infinità. Ed ecco, l’assurdo, Nei costi standard rientrano solo quelle che minacciano le abitazioni. Per una valanga di terra e di fango come quella di Acquabona, alle porte di Cortina, non può essere utilizzato questo approccio. Per cui è da augurarsi che i versanti scendano a ridosso delle abitazioni, con tutto il rischio che comportano.

La presidente della Provincia non ha gradito le obiezioni che il sottosegretario Bressa ha mosso negli ultimi giorni ai protagonisti della mobilitazione, accusandoli sostanzialmente di scorrettezza, essendo in corso una trattativa tra il Governo e l’Upi, l’Unione delle province.

«I tagli del Governo sono dati di fatto, ben 23 milioni di euro l’anno scorso - replica Larese Filon -. La protesta, che è dell’Upi e, quindi, di tutte le Province italiane, è più che motivata. Se il Governo vuole chiuderci, nonostante l’esito del referendum, che lo dica. Adesso è obbligato a provvedere al nostro sostentamento, assicurandoci i fondi per le deleghe, oppure prendendosele tutte, dalle strade alle scuole. Ma sia chiaro, trasparente».

Se il decreto Enti Locali non sarà esaustivo, la mobilitazione raddoppierà e c'è già chi suggerisce di portare il popolo delle Province direttamente a Roma. Il più arrabbiato di tutti - ricorda la presidente Larese Filon - è Achille Variati, a capo della Provincia di Vicenza, oltre che sindaco del capoluogo berico. «Bressa lo conosce molto bene...».

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