Decreto sul mini idroelettrico: «Centraline solo a impatto zero»
BELLUNO
Ha atteso l’invio della bozza del decreto sul mini idroelettrico a Bruxelles, Federico D’Incà, deputato del Movimento 5 Stelle e Questore della Camera dei deputati, per rispondere alle numerose perplessità e alle critiche delle ultime settimana in merito al suo impegno contro gli incentivi alla costruzione delle centraline.
LA BOZZA A BRUXELLES
«Con l’invio a Bruxelles della bozza del nuovo decreto Fer può considerarsi conclusa positivamente la prima fase di una battaglia che ho intrapreso sin dalla scorsa legislatura» spiega Federico D’Incà. «Una battaglia contro la speculazione del mini idroelettrico che ho portato avanti sin dal mio insediamento, prima dai banchi dell’opposizione, oggi da quelli della maggioranza. Grazie alla continua interlocuzione con i ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, il decreto, infatti, che corrisponde a quanto abbiamo sostenuto in tema di concessioni di derivazione idroelettrica in questi anni, ha passato indenne la fase della consultazione con gli stakeholder» spiega il deputato bellunese.
«Si è conclusa anche la fase di esame da parte della Conferenza Stato –Regioni (il cui parere però non era vincolante) senza grossi problemi».
TANTE PRESSIONI
«Le pressioni sono state elevate, evidentemente, e non sono mancate le divergenze all’interno della maggioranza. Rimando al mittente anche tutte le critiche di chi seminava dubbi e interrogativi sulle mie reali intenzioni – commenta il parlamentare del Movimento 5 Stelle – Mi ero esposto pubblicamente mesi fa annunciando la fine del far west, subìto nel corso degli anni. Oggi ribadisco quell’annuncio, fatto quando ancora tutto era modificabile e soggetto alle pressanti richieste di chi voleva perpetuare un sistema che aveva distrutto o aveva in programma di distruggere interi ecosistemi per il mero profitto atteso».
A quanto pare, nel governo ci sono state delle profonde divergenze tra 5 Stelle e Lega sull’argomento. Ma alla fine, assicura D’Incà è passato un testo che segue le richieste anche degli ambientalisti.
SCARSA PRODUZIONE
«In Italia sono in esercizio oltre 3 mila centrali mini-idroelettriche, cioè con potenza inferiore a un 1 mw. Tutte insieme, forniscono appena il 6% di energia da fonte idraulica e danno dunque un contributo trascurabile al totale del fabbisogno energetico nazionale – continua D’Incà – Si fanno nuovi impianti e si produce meno energia: il paradosso del mini-idroelettrico è che non tiene conto degli effetti del cambiamento climatico sul ciclo idrologico, con portate dei fiumi sempre più scarse e imprevedibili, a dimostrazione di quanto poco interessi dell’ambiente a chi fa profitti con l’acqua. L’impatto devastante che hanno prodotto quegli impianti dal punto di vista non solo ambientale, ma anche economico, è sotto gli occhi di tutti. Il decreto risponderebbe in gran parte alle richieste delle associazioni ambientaliste impegnate e di converso l’avversione di quelle che riuniscono le imprese del mini-idro».
In sostanza non verrà concessa alcuna autorizzazione agli impianti che non corrisponderanno alle direttive a impatto zero previste dalla nuova normativa.
SOLO A IMPATTO ZERO
«Il nuovo decreto recepisce in pratica il parere del Ministero dell’ambiente che si era pronunciato pesantemente sulla vecchia bozza del decreto incentivi del Mise e, ad avviso degli uffici, la nuova formulazione non consentirà l’accesso ai nuovi incentivi per tutti quegli impianti che non rispetteranno la tipologia costruttiva a impatto zero sui corpi idrici, indicata nel nuovo testo».
«Permangono ancora alcune criticità e qualche apertura è stata fatta, come sui rifacimenti, ma tiene conto della normativa europea a tutela delle acque e accoglie le istanze dei territori, che da anni denunciano una gestione dissennata degli incentivi pubblici nel mini-idroelettrico, per lo più a vantaggio dei privati. Sono orgoglioso del lavoro fatto e una volta concluso l’iter intendo organizzare una grande festa dell’acqua con tutti i comitati con cui ho collaborato, a partire dagli amici del Grisol, e con cui mi sono confrontato anche negli ultimi mesi sul testo oggi al vaglio europeo».
Acqua Bene Comune commenta le notizie: «Sarà importante verificare che il Decreto non sia stato peggiorato rispetto alla bozza iniziale. Adesso più che mai è il momento di tenere alta l’attenzione: aiutateci a farlo. Dopo tanti anni di battaglia, non molliamo adesso. Continuiamo a fare pressione», hanno scritto. —
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