Defibrillatore, l’obbligo slitta di sei mesi
BELLUNO. Qualcuno aveva iniziato per tempo, altri hanno dovuto correre un po’ per mettersi in regola. Ma si sono fatti venire il fiatone per nulla.
L’obbligo del defibrillatore semiautomatico in tutte le palestre e gli impianti sportivi, che sarebbe scattato a partire da oggi, slitta di sei mesi.
La proroga è arrivata direttamente dal ministro della Salute ed è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale lunedì. Tutto rimandato a luglio. Con buona pace di chi, ligio al dovere, ha lavorato per reperire le risorse per comprare i defibrillatori, avviare i corsi, farli fare ad una o più persone, perché la legge 189 del 2012 dice anche che non è sufficiente avere l’apparecchio salvavita nella struttura sportiva. È anche necessario sia presente una persona che lo sappia usare.
A Belluno il percorso è iniziato per tempo e tutte le palestre nelle quali si pratica attività sportiva che richiede l’uso del defibrillatore sono in regola. I corsi sono stati fatti, in qualche caso dalle federazioni (come la Fipav, quella della pallavolo, che ha formato una cinquantina di allenatori all’uso del defibrillatore semiautomatico) e sono circa un centinaio le persone che hanno ottenuto l’abilitazione.
«Noi comunque eravamo in regola, siamo arrivati al termine del primo gennaio già a posto con tutte le strutture, per quanto riguarda le attività che necessitano della presenza del defibrillatore», commenta l’assessore allo sport del Comune di Belluno Biagio Giannone. «Questa proroga permetterà di affinare il percorso».
Le aule adibite a palestra di alcune scuole elementari non sono ancora state fornite del prezioso apparecchio, nei prossimi sei mesi si cercherà di rimediare. L’intenzione del Comune è infatti quella di dotare di defibrillatore non solo gli impianti sportivi, ma anche tutte le scuole perché non vanno trascurate le ore di educazione fisica degli studenti.
Anche la Provincia la pensa allo stesso modo, e ha acquistato tredici defibrillatori che installerà nei primi giorni di febbraio in tutti i plessi di sua proprietà (le scuole superiori).
La proroga, tecnicamente, servirà per completare le attività di formazione degli operatori. È questa la motivazione che hanno usato il presidente del Coni e l’assessore della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, in qualità di coordinatore degli assessori allo sport, per chiedere al ministro Lorenzin una proroga all’entrata in vigore del decreto Balduzzi. La sensazione è che permetterà a molti territori di mettersi in regola anche con l’acquisto degli apparecchi.
Rimane anche un po’ di confusione, perché la legge non stabilisce chi debba occuparsi della manutenzione e della gestione del defibrillatore. Né specifica quali siano gli “sport assimilabili” alle attività a basso impatto cardiocircolatorio, che non richiedono, per il loro svolgimento, la presenza di un defibrillatore nella struttura. A livello nazionale molti enti hanno espresso l’auspicio che la proroga serva a chiarire tutti questi dubbi.
Alessia Forzin
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