Definì «lazzaroni assistenzialisti» gli agordini: chiesto il processo per la turista bresciana

C’è la richiesta di rinvio a giudizio per la donna querelata per diffamazione aggravata dal sindaco di Rocca Pietore, dopo un lungo post su Facebook

ROCCA PIETORE

Turista da processare. C’è la richiesta di rinvio a giudizio per Laura Internicola. La donna originaria di Carpenedolo (Brescia) era stata querelata per diffamazione aggravata dal sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, dopo un lungo post su Facebook. In visita ai Serrai di Sottoguda devastati da Vaia, Internicola aveva scritto: «Siete semplicemente indegni e indecenti. A tre mesi dalla frana e devastazione, pensate solo a prendere i soldi del parcheggio». E un paio di righe più sotto: «Popolazione di lazzaroni e assistenzialisti. Ma piegate la schiena a lavorare, che vivete di questo e rendete il paradiso in cui state un inferno».. Il messaggio aveva indignato anche il governatore Luca Zaia e lo stesso primo cittadino di Carpenedolo, Stefano Tramonti, aveva preso le distanze dalla concittadina. Le indagini preliminari erano cominciate a gennaio e i tempi ci sono, peraltro non è che ci fosse molto da indagare.

In caso di rinvio a giudizio, il Comune di Rocca si costituirà parte civile con l’avvocato Antonio Prade: «Quello che sappiamo è della richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura della Repubblica», conferma De Bernardin, «l’intenzione è quella di chiedere i danni a questa signora, parallelamente è partita la causa civile, sempre tramite il nostro legale di fiducia, al termine della quale chiederemo un risarcimento di un milione di euro. Di quella non sappiamo ancora granché». Di fronte alla richiesta, la replica di Internicola sul proprio social era stata lapidaria: «Siamo alla follia».

Mentre gli avvocati fanno il loro mestiere, nel territorio comunale di Rocca Pietore si continua a lavorare per ripristinare lo splendido scenario naturale di prima della tempesta: «Non sono solo gli alberi schiantati, ma anche quello che è successo nei corsi d’acqua, che magari si vede meno, ma è anche più grave e preoccupante».

Ci vorrà del tempo, per mettere tutto a posto, ma in montagna non manca la pazienza, oltre che la voglia di fare: «I tempi saranno senz’altro lunghi», conferma De Bernardin, «ma ci stiamo mettendo il massimo impegno e crediamo che, nel giro di un paio di anni, saranno visibili a tutti dei risultati concreti. Continuiamo a lavorare, lasciando al nostro legale gli aspetti legati alla querela e alla causa». —

Gigi Sosso
 

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