Democratici critici su ex ospedale e Icb «Serve il Pat»

Le riserve del Pd sulle delibere domani in consiglio Bettiol: «Basta varianti, serve una visione complessiva»
Di Valentina Voi
i lavori di ristrutturazione a palazzo bembo
i lavori di ristrutturazione a palazzo bembo

BELLUNO. No alle valutazioni caso per caso, sì ad una strategia urbanistica complessiva. In altre parole, ribadisce il Partito Democratico di Belluno, ci vuole un Pat, un piano di assetto territoriale che definisca il futuro urbanistico della città. La questione sembra tecnica ma, come ribadisce il segretario dell’Unione comunale Quinto Piol, «l’urbanistica influisce sulla vita della città e sul suo sviluppo. Non bisogna stare fermi ma le scelte vanno ponderate in modo mirato». Ecco perché il Pd bellunese non lesina le critiche a due delibere che verranno discusse durante il consiglio comunale di domani. Si tratta dei punti 7 e 8 all’ordine del giorno. La prima riguarda l’area ex Icb in località Mier, la seconda l’ex ospedale civile di Belluno.

«Vorrei ricordare che questa amministrazione si è presentata in campagna elettorale dicendo basta alla cementificazione, ora in mancanza del Pat andiamo avanti a varianti che rispondono via via ai privati» spiega Claudia Bettiol, capogruppo Pd in consiglio provinciale, «è quello che succede a Mier: è vero che sono previste opere per la viabilità ma non per questo si possono autorizzare un’ottantina di appartamenti, come previsto dal progetto».

Più possibilista, anche se comunque vincolata al Pat, la posizione del Pd sull’ex ospedale. «Quell’area va recuperata» continua Bettiol, «ed è giusto mettere i tappeti rossi ai privati che vogliono investire. Ma ora il progetto prevede una destinazione d’uso abitativo-commerciale e turistico. Bisogna capire cosa significa, ci sono molti tipi di destinazione commerciale: non possiamo dare un mandato in bianco alla giunta per una decisione così delicata». Il Pd presenterà quindi un emendamento per chiedere delle modifiche alla delibera.

«Per noi il Pat è una questione strategica» aggiunge Irma Visalli, consigliere Pd, «basta pensare a casi come il parco di Vezzano, che andrebbe inserito in un pensiero complessivo sull’asta dell’Ardo e sulla confluenza con il Piave, o l’ex Bardin, dove il controllo è saltato». Insomma, nella vita urbanistica della città «ci sono fatti importanti che sono sfuggiti di mano» continua Visalli, «faremo un’interrogazione specifica per chiedere a che punto siamo con il Pat. Sappiamo che si sta lavorando ai documenti preliminari ma siamo convinti che questi vadano costruiti insieme alla città». Una posizione condivisa anche da Christian De Pellegrin, presidente dell’assemblea cittadina del Pd: «Senza un ragionamento complessivo si rischia di fare dei danni».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi