Denuncia il compagno: adesso è in cerca di casa

CADORE. Cerca un alloggio di emergenza per sfuggire a quello che descrive come un compagno manesco. La giovane ieri ha presentato una denuncia, corredata da referti medici, alla questura di Belluno...

CADORE. Cerca un alloggio di emergenza per sfuggire a quello che descrive come un compagno manesco. La giovane ieri ha presentato una denuncia, corredata da referti medici, alla questura di Belluno per maltrattamenti a lei e al figlio. Una situazione che le forze dell’ordine dovranno verificare. Nel frattempo resta il disagio di una ragazza, straniera, che si trova a dover gestire una situazione difficile e pesante. In tre pagine di querela, la giovane avrebbe descritto ai poliziotti mesi di convivenza turbolenta con un «uomo geloso, quasi ossessivo», che non avrebbe esitato ad alzare le mani su lei e il figlio. Episodi sfociati qualche giorno fa nella classica goccia che fa traboccare il vaso e che ha costretto la ragazza a lasciare il compagno, denunciarlo e cercare una nuova sistemazione. Durante un’uscita insieme al bar, la donna sarebbe stata avvicinata da un ragazzo che avrebbe iniziato a parlarle. «Quando siamo tornati a casa il mio compagno mi ha picchiata, spingendomi a terra, tirandomi i capelli, procurandomi lividi in diverse parti del corpo». E dopo se la sarebbe presa anche col bambino. Alla fine mamma e piccolo sono andate al pronto soccorso, dove hanno denunciato l’accaduto, tanto che sono arrivati anche i carabinieri. Ora la donna cerca un posto dove andare (nel frattempo sta da un’amica), anche se l’uomo continua a cercarla al cellulare molte volte al giorno. «La polizia mi ha indirizzato al centro Belluno donna, ma non hanno posti disponibili per l’emergenza», dice la ragazza che non sa più dove sbattere la testa.

«Noi non disponiamo di strutture protette, ne avevamo una ma è andata distrutta. Non possiamo accogliere le emergenze, perché non siamo strutturati per questo. Abbiamo bisogno di capire la situazione e fare una valutazione della persona per attivare la rete di protezione», dicono dal centro.

Restano i servizi sociali del comune di residenza. «Non abbiamo mai abbandonato nessuno», precisa il sindaco. «Vorrei incontrare la signora per cercare insieme una soluzione». (p.d.a.)

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