Depilazione in profumeria ma l’attività non è in regola

Il negozio Limoni aveva tutte le attrezzature necessarie a un’estetista ma era senza autorizzazione. Dal Comune multa e obbligo di cessare il servizio

BELLUNO. Truccavano le clienti, facevano loro le unghie, al piano superiore si poteva anche fare una depilazione. Ma per esercitare l’attività di estetista serve un’autorizzazione da parte del Comune, che si ottiene presentando una Scia, segnalazione certificata di inizio attività. La profumeria Limoni di piazza dei Martiri la Scia non l’aveva presentata.

Fatto il sopralluogo e verificato che nel negozio c’erano tutte le attrezzature e le postazioni attrezzate per le estetiste, il Comune ha emesso un provvedimento per la cessazione immediata dell’attività. È stata elevata anche una sanzione. La legge 1/90 prevede per questo genere di violazioni una multa dai 516,45 euro ai 1.032,91 euro.

Il fatto risale alla fine di marzo. I vigili urbani avevano ricevuto una segnalazione in merito alla profumeria del centro storico e il 30 marzo hanno effettuato un sopralluogo insieme a due tecnici del servizio igiene e sanità pubblica dell’Usl 1.

Nel corso della visita, si legge nell’ordinanza che è pubblicata all’albo informatico del Comune, è emerso che le vetrine «pubblicizzavano alcuni servizi di attività di estetista con relativo listino prezzi» e che «all'interno del locale erano esposti cartelloni pubblicitari inerenti le prestazioni svolte nell'esercizio commerciale. Al piano terra erano presenti due tavoli attrezzati: uno per l'attività di onicotecnico (ricostruzione delle unghie, ndr) ed uno per il make up». L’attività di estetista aveva spazi dedicati al primo piano, «in un vano separato dall'area di vendita, direttamente accessibile, delle dimensioni di circa 20 metri quadrati, all'interno del quale si trovavano un lettino, un carrello con cassetti contenenti attrezzature (epilatore a luce pulsata, forbicina, pinzetta, filo per “epilazione con filo arabo”, prodotti vari), lampada specifica».

Il Regolamento comunale per la disciplina delle attività di barbiere, acconciatore, estetista, tatuaggio e piercing, che è stato adottato il 4 marzo del 2013, prevede che per esercitare queste attività si presenti una Scia al Comune. Se manca, il Regolamento prevede la cessazione immediata dell’attività.

È quello che è successo alla ditta Limoni, la quale, se lo riterrà opportuno, potrà presentare ricorso al Tar entro sessanta giorni dall’emissione del provvedimento.

Alessia Forzin

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi