Depuratore ex San Marco Il Comune ricorre al Tar
LENTIAI. “No al depuratore all’ex san Marco”. A costo di ricorrere al Tar, cosa peraltro già in cantiere.
Il Comune di Lentiai ribadisce che si metterà di traverso al progetto che oggi sarà in discussione in commissione Via a Venezia e che vuole la riattivazione del depuratore di reflui industriali all’ex azienda San Marco. Lo ribadisce sempre che il concetto non fosse ancora chiaro dopo documenti di vecchi consigli, conferenze dei servizi passati e manifestazioni dei gruppi ambientalisti appoggiate dal Comune.
ll sindaco Armando Vello non le manda a dire ma soprattutto vorrebbe capire che fine ha fatto un altro progetto che giace in Comune: quello per cui una finanziaria (con l’intesa della proprietà del sito industriale) ha chiesto e presentato una variazione di destinazione d’uso della zona, da industriale a commerciale.
«Noi sulla riattivazione del depuratore e lo smaltimento dei reflui industriali abbiamo espresso, in un vecchio consiglio, un “no” deciso» afferma il sindaco Vello. «La cittadinanza non lo vuole: che l’opera sia utile oppure che non lo sia, la gente non lo vuole e il Comune ha detto no. Ora comprendo che tutti i rifiuti (ma aveva usato il termine “porcherie”, Vello, ndr) della provincia debbano essere portati da qualche parte e smaltiti, però se si arrangiassero per noi sarebbe meglio».
Dire che Vello è furibondo è scrivere poco: in primis perchè al Comune la convocazione dell’incontro di oggi è arrivata il 26 novembre, praticamente da oggi per domani. Secondo: il progetto da valutare è sempre quello di riattivazione del depuratore per smaltimenti di reflui industriali con l’aggravante che oggi si parla di trattamento delle acque reflue urbane della zona per far avanzare la pratica.
«A suo tempo avevo tenuto pubbliche riunioni per avvisare e informare i cittadini della situazione e per conoscere il loro parere: e quindi abbiamo detto no. Abbiamo chiesto il parere a uno studio di Trento che ha espresso le sue perplessità che abbiamo inviato poi agli organi competenti. Per lungo tempo poi è sceso il silenzio e tutto sembrava bloccato», continua Vello.
Nel frattempo c'era stata una manifestazione d’interesse «da parte di una finanziaria con i proprietari dell'area che erano intenzionati a non affittare più al Cipa ma a vendere all'eventuale finanziaria per altri tipi di attività. Quindi hanno depositato una richiesta di cambio di indirizzo della zona, richiesta che è in Comune, sempre lì: di contratti non se ne sono visti, ma incontri ne sono stati fatti. Ora il 26 novembre ci arriva la comunicazione della Regione che la commissione Via ha riaperto la pratica del Consorzio Cipa. Con la proprietà (Orlandi) dunque dev’essere intercorso un accordo di Cipa per cui si muovono in questo senso. Ora, al tavolo di oggi, io come sindaco posso solo ascoltare: siamo stati convocati ma non sappiamo cosa succederà perchè ci mettono davanti al fatto compiuto: la cosa mi indispettisce non poco. Comunque esistono anche un comitato e il Gruppo natura che faranno le loro iniziative. Quanto a noi, andremo al Tar contro questa ipotesi: ricorreremo a tutti i mezzi necessari, Tar compreso».
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