Stop emissioni per le gelaterie, proroga di tre anni. Ma gli artigiani bellunesi sono preoccupati
L'Europa ha concesso una deroga di tre anni alle gelaterie per l'applicazione del regolamento F-Gas che impone restrizioni sui gas fluorurati ad effetto serra
L’Europa ha messo in difficoltà non solo le auto. Anche le gelaterie. L’automotive per le auto elettriche, imposte per contenere il gas serra. Le gelaterie per lo stesso motivo. Ma ecco che queste ultime possono tirare un sospiro di sollievo.
La Commissione europea ha concesso tre anni di deroga per l’applicazione del regolamento F-Gas che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas fluorurati ad effetto serra sulle apparecchiature professionali quali abbattitori di temperatura, produttori di ghiaccio, macchine per il gelato.
Le nuove norme
Le nuove norme sarebbero dovute entrare in vigore dal 1° gennaio. Consenziente anche il Governo italiano. Ne avrebbero sofferto anzitutto le ditte produttrici di questi macchinari, ma anche i rivenditori – ben presenti in provincia – e le gelaterie che avrebbero dovuto attrezzarsi di strumentazione meno impattante.
«Ci siamo subito allarmati – testimonia Stefano Bortolot, presidente di Uniteis, l’associazione dei gelatieri artigianali italiani in Germania che da sola raggruppa 650 produttori – e siamo intervenuti sul Governo italiano, a supporto delle organizzazioni che rappresentano l’industria delle attrezzature, per cercare di modificare il regolamento. O quanto meno di posticiparne l’entrata in vigore. Ci siamo riusciti ma sul filo di lana, per cui tante aziende hanno già provveduto ad ingenti investimenti».
Martedì, il Comitato tecnico europeo, di cui fanno parte sia gli Stati membri che i tecnici della Commissione ha concesso la sospirata deroga. Complice, di questa svolta, in prima istanza il Governo, puntualmente coinvolto dai produttori.
Cosa prevede il regolamento
Il regolamento spaziava dalle restrizioni dei gas fluorurati ad effetto serra al divieto di vendere sul mercato europeo le attrezzature attuali, di cui sarà vietata addirittura l’esportazione. L’export delle macchine per gelaterie vale da solo 5 miliardi di fatturato.
Il divieto d’immissione sul mercato europeo con scadenze progressive a partire dal 2025 di fatto non avrebbe consentito all’industria di introdurre refrigeranti alternativi.
Soddisfatto, quindi, Marco Cavedagni, presidente di Acomag?
«Assolutamente no – risponde l’interessato – perché la deroga è arrivata troppo tardi, solo due giorni lavorativi prima dell’entrata in vigore del regolamento. Noi, quindi, ci siamo dovuti attrezzare, facendo i salti mortali e spendendo tre occhi della testa. È quasi una presa in giro. E, si badi, la deroga è stata approvata solo con un voto di differenza e riguarda comunque non più del 40-50 per cento dei macchinari».
Una situazione paradossale
Per Cavedagni è una situazione quasi paradossale: «Abbiamo sì la proroga, che ci risolverà alcuni problemi, ma continueremo ad avere una normativa che esclude l’utilizzo dei gas fluorurati per cui non ci sarà data la certificazione dagli Enti preposti per esportare nei Paesi che ci chiederanno proprio quella certificazione».
Un esempio? «I gas infiammabili – i soli che attualmente siamo in condizione di usare – non sono ammessi», puntualizza Cavedagni, ricordando, appunto, che dal 12 marzo 2025 è vietata l’esportazione di apparecchiature fisse di refrigerazione e condizionamento d’aria e pompe di calore, che contengono gas fluorurati a effetto serra.
«Noi consegneremo il mercato mani e piedi alla concorrenza cinese e americani».
«I gas serra è evidente che preoccupano anche noi produttori – afferma Bortolot –. E pure noi, quindi, siamo interessati a ridurli, ad abbatterli. Ma ci vuole del tempo. E magari ci vogliono anche delle risorse per sostenere le piccole imprese».
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