Di nuovo Acquabona, una colata fino al Boite
CORTINA. «Impressionante». Così il sindaco Andrea Franceschi definisce il fronte franoso di Acquabona dopo essere sceso dall'elicottero con il quale ha sorvolato l'area. Una nuova imponente frana è scesa dal Sorapis poco prima delle 3 di ieri mattina. Lampi, tuoni e pioggia, avevano messo in allerta Franceschi e il suo assessore Stefano Verocai che durante la notte erano stati a lungo sulla Statale 51, ad Acquabona, a verificare.
Pochi minuti prima della colata Franceschi è passato in auto e un attimo dopo è crollato tutto, per una trentina di metri di fronte, una altezza di tre metri e migliaia di metri cubi di fango e acqua che stavolta son scesi a picco sino al torrente Boite. Dalla cima del Sorpais si è sgretolato un imponente costone di roccia che si è frantumato sui canali sottostanti; l'acqua ha fatto il resto, trascinando massi, ghiaia e fango a valle. Per un tratto il corso del fiume Boite è stato deviato dalla forza del materiale colato.
La strada silvo pastorale che collegava Cortina a San Vito in quel tratto è sparita, diventando alveo del Boite.
Immediatamente è scatta l'emergenza. Sul posto sono intervenute le forze dell'ordine, anche con le unità cinofile nell'eventualità di dover cercare qualcuno come era accaduto per la frana dell'8 luglio. Ma nessuno è stato coinvolto dalla colata. In strada si è accumulato meno materiale della volta precedente e si vedeva che non c'erano mezzi coinvolti. L’Alemagna è stata subito chiusa e il traffico è stato deviato verso il passo Tre Croci per Auronzo. Nella notte erano scese due frane anche sul passo Giau, vicino al bivio Posalz a Selva di Cadore. La strada è stata chiusa sino al primo pomeriggio di ieri. Cortina per tutta la mattina era quindi raggiungibile, proprio nel sabato che precede la settimana di ferragosto, solo dal Falzarego, da Dobbiaco o dal Tre Croci. Tutte strade nelle quali si sono formate interminabili code.
«Per pochi minuti», racconta Franceschi, «ho rischiato di rimanere sotto la frana con il mio Pandino. Ero passato da poco perché eravamo in allerta per verificare la situazione. Poi è caduto tutto. La macchina dell'emergenza è stata attivata subito ed ha funzionato bene. Tutti hanno agito al meglio con spirito collaborativo». Resta alta la preoccupazione. «Continuiamo ad essere in allerta», ammette il sindaco, «dal sorvolo abbiamo infatti notato che il fronte franoso è enorme. Alle pendici del Sorapis ci sono anche decine di canalini, che dalla strada non si vedono, che sono carichi di materiale che potenzialmente potrebbe colare. Ci sono tutte le condizioni perché purtroppo il fenomeno si ripresenti. E' pieno di materiale per un lungo tratto».
Si sono riempiti nuovamente anche gli invasi, sopra l'ex colonia Ancillotto, che le Regole d'Ampezzo avevano svuotato e il rio Acquabona che era stato ripulito. I mezzi sono stati al lavoro incessantemente dall'alba di ieri per tutto il giorno sotto il cielo minaccioso. Nel primo pomeriggio è anche piovuto nuovamente. Ci sono stati in alto altri due micro distacchi di roccia dalla croda. L'allerta meteo è cessata alle 17.30. La Statale è sta riaperta in serata, attorno le 20.30.
«Abbiamo purtroppo sperimentato il protocollo di emergenza», chiosa Franceschi, «che mercoledì verrà firmato. Si dovranno poi installare i semafori che saranno azionati automaticamente in caso di frana per chiudere la strada e l'illuminazione per far luce sulla Statale. I ragazzi della Protezione Civile monitoreranno a vista l'alveo».
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