Diab, chiesta la cassa integrazione

Longarone. Cautelativa, per la carenza di isocianato. Contratti a termine a rischio
In foto la Diab l'azienda di Longarone, dove Antonio Soccol lavorava come tecnico della sicurezza
In foto la Diab l'azienda di Longarone, dove Antonio Soccol lavorava come tecnico della sicurezza
LONGARONE. Aperta la procedura di cassa integrazione ordinaria alla Diab da questa settimana. La cassa è stata chiesta per 13 settimane a causa di una contrazione di volumi dovuta alla difficoltà di reperire una materia prima necessaria per la lavorazione dei prodotti principali della fabbrica, vale a dire l’isocianato, una sostanza chimica liquida. Inoltre, «ai lavoratori con i contratti a termine, da quanto si sa, entro il mese di dicembre potrebbero non essere riconfermati i contratti».


A dirlo è Giorgio Agnoletto della Uiltec Uil che segue l’azienda. Azienda dove ieri si è svolto anche lo sciopero per il rinnovo del contratto indetto a livello nazionale da tutte sigle sindacali del comparto. L’adesione, però, da quanto si sa, non è stata altissima, sfiorando quasi il 50 per cento.


«Il problema per cui è stata chiesta in via precauzionale la cassa ordinaria», precisa Agnoletto, «è che nei mesi scorsi si è riscontrata una certa difficoltà a reperire questa sostanza chimica necessaria per la realizzazione di alcuni dei prodotti della Diab. E questo perché la ditta cinese che riforniva questa azienda, ma anche altre in provincia e in Italia, ha avuto dei problemi qualche mese fa dovendo interrompere la produzione di isocianato. Dopo aver dato fondo a tutte le scorte di magazzino, lentamente è ripartita la produzione. Tra l’altro non c’è stata solo la difficoltà a reperire nel mercato questo sostanza, ma anche un aumento notevole del prezzo (si parla del 300%). E quest’ultima cosa non è per nulla indifferente. Per cui molte imprese, tra cui appunto anche la Diab, hanno deciso di non sottostare a questo sistema speculativo. Così dopo aver fatto fare le ferie ai lavoratori che si occupavano di trattare l’isocianato, in via precauzionale la Diab ha deciso di chiedere la cassa, ma non è detto che venga utilizzata o in che misura. Anche perché il mercato sta ripartendo».


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